Cronache

"Ci pagava per giochi sadomaso". In carcere il professore di Saluzzo

Una delle vittime: "Ci dava 200 euro per farsi picchiare in giardino"

"Ci pagava per giochi sadomaso". In carcere il professore di Saluzzo

La prima cosa che ha detto alla polizia penitenziaria, quando ha varcato i cancelli del carcere delle Vallette, è di essere sotto l’effetto di psicofarmaci e di seguire da qualche giorno le cure di uno specialista. Fabrizio Pellegrino, 50enne professore part time di lettere alla scuola media di Costigliole Saluzzo (Cuneo) e soprattutto figura di spicco nel panorama culturale del Sud Piemonte, ora è rinchiuso in una cella di isolamento, sorvegliato a vista. Non solo perché è indagato di violenza sessuale, pornografia e prostituzione minorile, reati per i quali un detenuto non viene visto di buon occhio nemmeno dai compagni di prigionia: temono, gli operatori, che possa compiere qualche grave atto di autolesionismo.

Brutta vicenda, quella del professore. Fino alla settimana scorsa, da presidente dell’associazione Marcovaldo, nel Cuneese era una celebrità: le mostre, i convegni, i progetti di valorizzazione del territorio, la gestione dei palazzi storici e le amicizie con i politici lo avevano trasformato in un pilastro. Poi, il primo di agosto, alla sua porta hanno bussato i carabinieri. Con un mandato di perquisizione. E questa mattina è scattato l’ordine di custodia cautelare. Uno scarno comunicato della procura di Torino informa le condotte contestate a Pellegrino, che "riguardano i molteplici rapporti intrattenuti con minorenni avvicinati dal medesimo anche nella propria qualità di presidente dell’associazione Marcovaldo". Si parla di incontri scanditi da pratiche sessuali a pagamento documentate, come veri e propri spettacoli, con immagini poi salvate nel computer. Sono almeno cinque o sei, secondo quanto si apprende, i ragazzi coinvolti. Ognuno di loro avrebbe ricevuto tra i 200 e i 300 euro al mese, più altri 50 per le prestazioni particolari. "Ci invitava nel suo roseto e proponeva giochi strani. Ci chiedeva di picchiarlo nel posto dove teneva il concime - ha raccontato una delle vittime - poi si raccomandava di lavarci perché non si accorgessero di nulla. Non mi ha mai fatto malema ho deciso di raccontare tutto".

Al giudice che oggi voleva interrogarlo, a pochissime ore dall’arresto, non ha risposto. Chi lo ha visto dice che era troppo scosso per parlare, ma aggiunge che ha garantito la massima disponibilità a chiarire i prossimi giorni ogni aspetto di una vicenda per certi versi ancora molto misteriosa che ha gettato nello sconcerto un’intera comunità. "Sono senza parole - afferma Milva Rinaudo, sindaco di Costigliole Saluzzo e insegnante nello stessa scuola di Pellegrino - perchè non erano mai circolate storie del genere nemmeno sotto la forma di chiacchiere o di pettegolezzi". È stata la segnalazione di un genitore a far scattare le indagini. In un primo tempo procedeva la procura di Cuneo ma alla luce del materiale saltato fuori durante la perquisizione le carte sono passate a Torino: i reati sono di competenza distrettuale. Il 4 agosto Pellegrino ha rassegnato le dimissioni da Marcovaldo. Sui banchi di scuola non doveva tornare perché da qualche settimana aveva ottenuto un periodo di aspettativa.

L’associazione ha comunicato che anche senza di lui "continuerà a svolgere la propria attività culturale".

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