Cronache

Como, terrorismo: arrestato un egiziano. Il figlio combatte in Siria

Per motivi di sicurezza pubblica è stata rimpatriata la moglie e madre dei due, una cittadina marocchina 45enne

Como, terrorismo: arrestato un egiziano. Il figlio combatte in Siria

Padre e figlio egiziani, di 51 e 23 anni, sono stati arrestati per associazione con finalità di terrorismo. Le forze dell'ordine hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per i due, che sono residenti in provincia di Como. L'operazione, denominata 'Talis pater', è stata condotta dalla Digos della questura di Milano e Como.

Con provvedimento del Ministro dell'Interno è stata rimpatriata, per motivi di sicurezza pubblica, anche la moglie e madre dei due, cittadina marocchina 45enne.

Padre e figlio

Il padre aveva combattuto come mujaeddin in Bosnia e si trova ora in carcere. Il figlio, Saged Sayed Fayek Shebl Ahmed, 23enne foreign fighters, colpito dal mandato d'arresto, è attualmente combattente in Siria, ma "ci sono ragionevoli motivi perchè possa tornare in Italia o in Europa". Nel giugno 2014 Saged è partito per la Turchia e attualmente combatte nel governatorato di Idlib.

La madre ha sempre supportato il figlio e lo incitava a rimanere a combattere. "Per loro era un orgoglio", ha dichiarato il magistrato Alberto Nobili. "Inviavano al figlio 200 euro al mese per il suo mantenimento in Siria".

La famiglia

Dalle indagini è emersa una famiglia modesta ma completamente votata al terrorismo. I genitori si dicevano orgogliosi del figlio, mentre denigravano il figlio minore "chiamandolo 'cane' perchè frequentava ragazze occidentali". La terza figlia veniva indotta anche lei a svilupparsi nell'ambito della legge islamica.

Le intercettazioni

"Se torna in Italia rischia 15 anni di carcere", affermava al telefono il padre parlando del figlio. Secondo quanto riferito dagli investigatori, l'uomo si era recato alla Digos di Como perché temeva che la scelta del figlio maggiore si ripercuotesse anche sul più piccolo che non aveva interesse alla jihad. Dichiarazioni completamente false, visto che nelle intercettazioni si diceva orgoglioso.

Ad alcuni amici, il padre aveva confessato:"sono stato costretto a fare questa sceneggiata (con la polizia) per salvarmi la schiena".

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