Cronache

Condannato per i disordini di Roma su Facebook fa festa per i suicidi dei poliziotti

Mauro Gentile, condannato per i disordini nella Capitale del 15 ottobre 2011 sul web incita al suicidio le Forze dell'Ordine

Condannato per i disordini di Roma su Facebook fa festa per i suicidi dei poliziotti

"Dovete suicidarvi tutti". Così Mauro Gentile, tra i condannati per gli scontro di Roma dell'ottobre del 2011, scrive sulla sua pagina Facebook postando la notizia del suicidio dell'agente della Polizia di Stato, Tommaso Socci che si è tolto la vita con la pistola di ordinanza. La pagina Facebook di uno degli uomini che hanno messo a ferro e fuoco Roma è piena di messaggi come questo. “Questi sono i suicidi che vogliamo...non sentiremo la tua mancanza” con alcuni like. Poco sopra un altro post con la scritta: “Segnalatemi pure, tanto il VII Reparto di Bologna rimane sempre un covo di merde...suicidatevi tutti !”. (Ecco i post: gallery) Parole pesanti che colpiscono la Polizia e i famigliari di chi si è tolto la vita, come denuncia il Consap, sindacato di Polizia.

Gentile fu arrestato ad aprile del 2012 e da allora ha scontato quasi tre anni di detenzione tra carcere e arresti domiciliari. Recentemente anche la Corte di Cassazione ha confermato la sua condanna in Appello. E così Gentile tiene informati i suoi fan su Facebook della sua situazione giudiziaria: "Questa mattina sono stato chiamato dai carabinieri per andare a ritirare una notifica della Procura Generale presso la Corte d'Appello di Roma, si tratta dell'ordine di esecuzione per la carcerazione e decreto di sospensione del medesimo. Nel peggiore dei casi tornerei agli arresti domiciliari con una pena complessiva di 1 anno 10 mesi e 28 giorni, presenteremo l'istanza per la concessione delle misure alternative alla detenzione ed in questo caso l'affidamento in prova al servizio sociale".

E di certo notando la sua sensibilità davanti ai suicidi degli agenti delle Forze dell'Ordine i servizi sociali forse sono l'ultimo modo in cui dovrebbe scontare la pensa che gli resta da scontare.

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