Cronache

La confessione di Prato: "Manuel aveva il delirio di uccidere anche il padre"

Il quarto uomo che ha partecipato al festino a base di alcolici e cocaina nella casa di Manuel Foffo al Collatino sarebbe un soldato

Marco Prato, uno dei due arrestati per l'omicidio di Luca Varani
Marco Prato, uno dei due arrestati per l'omicidio di Luca Varani

Più passano i giorni e più emergono nuovi dettagli sull'omicidio di Luca Varani. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, il quarto uomo che ha partecipato al festino a base di alcolici e cocaina nella casa di Manuel Foffo al Collatino è un soldato.

In quell'appartamento sarebbero passati sette uomini: Luca Varani, i due killer, uno spacciatore albanese, Giacomo (un romano residente a Milano, già interrogato nei giorni scorsi nel capoluogo lombardo), "Alex Tiburtina", come era memorizzato il nome del militare sul telefonino di Foffo e un altro misterioso personaggio.

I carabinieri inoltre stanno cercando una ragazza bionda. "Sono andato a casa di Manuel martedì sera, con vestiti maschili e una borsa con una parrucca e altri abiti femminili - ha raccontato Marco Prato -, questa volta la droga l’aveva comprata lui. Poi serviva altra cocaina ed è venuto Giacomo che abbiamo mandato via. Io mi sono vestito da donna e siamo andati a dormire. Mercoledì abbiamo usato altra cocaina e abbiamo chiamato Alex: ho avuto rapporti anche con lui ed è andato via giovedì mattina. Non avevamo l’idea di nessun omicidio, non se n’era mai parlato nei nostri deliri. Lui (Manuel) voleva che diventassi la sua bambolina, aveva anche il delirio di uccidere il padre. Quando aveva questi deliri io cercavo una terza persona. Così siamo usciti per cercare una “marchetta”, io sempre vestito da donna", si legge sul Corsera.

E ancora: "Manuel voleva avere un rapporto estremo con lo stupro. Abbiamo chiamato Luca e gli abbiamo offerto 150 euro. Gli ho aperto la porta sempre vestito da donna. Io e Luca abbiamo iniziato a fare sesso e Manuel assisteva. Lui ha bevuto il drink e ha iniziato a stare male, è crollato. Lo abbiamo messo sul letto e Manuel mi ha detto "strozzalo", io ho provato, ma Luca si è ripreso, mi ha scansato e non sono riuscito a fermarlo e a quel punto Manuel è impazzito è andato in cucina, ha preso un martello e ha cominciato a colpirlo, ho cercato di calmarlo inutilmente. Poi ha preso un coltello, e lo ha colpito ancora ma Luca non moriva: aveva tanta voglia di vivere ma soffriva tanto. Io volevo mettere fine alla sofferenza di Luca, gli abbiamo messo una coperta sul viso per non vederlo, respirava ancora in modo affannoso. Non potevo più sopportare tutto questo. Manuel voleva essere baciato in testa per avere la forza da me per uccidere Luca.

Non voleva farlo soffrire, voleva solo ucciderlo".

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