Cronache

Da consumista a buonista. Il Natale peggiore

Da consumista a buonista. Il Natale peggiore

Natale lussuosista o Natale pauperista? Chiaramente, dovendo scegliere, io opterei per il primo, e pazienza per l'overdose di traffico e pacchetti: perfino san Francesco, il Povero per eccellenza, esortava ogni cristiano a essere in questa occasione «largo e munifico», mettendo in tavola i cibi più preziosi e più rari proprio per solennizzare la nascita del Salvatore. Del resto i Re Magi portarono in dono al Bambin Gesù oro, incenso e mirra, non strofinacci equo-solidali... Il Natale pauperista lo lascio molto volentieri agli emuli di Giuda: guarda caso è proprio l'apostolo traditore a mettersi a tuonare contro gli sprechi (per chi non frequenta abitualmente il Vangelo ecco il riferimento: Giovanni 12,4). E a tutti coloro che si meritano 4 in economia perché ignorano come il lusso sia un formidabile volano occupazionale: il cosiddetto superfluo è indispensabile a tanti lavoratori, smettere di regalare cravatte, guanti, orecchini e borsette significherebbe far crollare comparti produttivi a forte impiego di manodopera specializzata. E poi di cosa vivrebbero costoro? Di prediche moralistiche?

Dunque, dovendo scegliere, preferirei il Natale lussuosista, consumista e sprecone, ma potendo non scegliere rinuncerei anche a questi aggettivi che in effetti, deve ammetterlo perfino un collezionista di cravatte come me, un certo oscuramento del messaggio originale lo segnalano: gli uomini sono fatti così, il benessere li distrae da Dio a cui invece ritornano nel momento del bisogno. Un Natale che sia semplicemente natalizio è possibile? Un Natale senza aggettivi perché Natale è di per sé un aggettivo (il giorno natale, il giorno della nascita) e qualsiasi parola ulteriore distoglie l'attenzione dal vero protagonista della festa. Ebbene sì, sogno un Natale puramente religioso che per qualche giorno faccia tacere ideologie e polemiche e purtroppo sembra un sogno irrealizzabile perché a buttarla in politica sono proprio coloro che della religione dovrebbero essere i custodi: i preti. Non tutto il clero, ci mancherebbe, ma tutto il clero responsabile dei presepi tendenziosi e faziosi di cui si parla in questi giorni. Non c'è scampo nemmeno in provincia, nemmeno lontano dal presepe di piazza San Pietro in sospetto di omosessualismo: ero dal barbiere a Trani e leggendo la Gazzetta del Mezzogiorno mi sono imbattuto nel presepe immigrazionista di Modugno, paesone dell'entroterra barese. Non ci si può neanche far tagliare i capelli in pace, ho pensato. Presepi analoghi, dedicati al dio Gommone, spuntano ovunque da Arcore a Palermo, passando per Castenaso, Bra, Filattiera, Lari... L'apostasia del clero cattolico è impressionante, l'entusiasmo per un'africanizzazione che significa islamizzazione ha dell'incredibile, ma almeno fino all'Epifania si potrebbe adorare esclusivamente un bambino di nome Gesù?

Camillo Langone

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