Cronache

Contagi e decessi in brusco calo ma i virologi ci "processano"

Non appena la situazione ha iniziato a migliorare, i virologi hanno preso a lanciare allarmi e ad accusare i cittadini

Contagi e decessi in brusco calo ma i virologi ci "processano"

La seconda ondata dell'epidemia di coronavirus sta allentando la presa sul nostro Paese. I casi di coronavirus sono in calo, così come la pressione ospedaliera. Le terapie intensive vanno via via liberandosi, segno di un progressivo miglioramento della situazione generale. Al netto di qualche criticità che ancora permane, si inizia a vedere una luce in fondo al tunnel. Eppure i virologi non mollano la presa e continuano con previsioni nefaste, mettendo già le mani avanti per l'arrivo di una ulteriore ondata, la terza, tra poche settimane. E su questa falsa riga si esprime anche il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, da sempre parte della frangia più estremista per quanto riguarda le misure di contenimento del contagio.

Massimo Galli, Pierluigi Lopalco, Fondazione Gimbe, Walter Ricciardi e Pierpaolo Sileri sono già pronti a urlare alla chiusura per evitare una terza ondata che, a oggi, non è certo ci sarà. Il viceministro della Salute sostiene che, dopo tutto, il governo non ha poi così tante colpe per la ripresa dei contagi in autunno: "Sicuramente con il senno del poi è sempre facile parlare. Di rigore ve n'è stato, poteva forse esserci maggiore rispetto delle regole. Si è parlato tanto di discoteche, di trasporti e sicuramente qualche effetto sulla ripresa del contagio l'avranno avuto, ma guardiamo quello che è accaduto anche negli altri Paesi europei". Così si è espresso Sileri qualche settimana fa in diretta a Radio Campus: "È stato fatto il massimo, forse qualche restrizione in più poteva rimanere, più controlli, forse un maggiore uso della diagnostica, però è stato fatto il meglio secondo le nostre possibilità". Un novello Ponzio Pilato che ha servito l'assist ai virologi, che in questi giorni che precedono il Natale non si stancano di lanciare allarmi su allarmi per la diffusione del contagio del coronavirus.

"Abbiamo avuto oltre 20 mila morti che avremmo potuti in larga misura evitare", ha detto Massimo Galli ad Agorà, facendo leva sull'elevato numero di decessi del nostro Paese per chiedere di mettere in campo misure più rigorose per i giorni festivi. L'infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano, in una recente intervista all'Adnkronos Salute, ha cercato di fare breccia anche sul senso di colpa degli italiani. Lo shopping natalizio si avvicina ma il medico ammonisce e chiede rigore e di evitare di pensare che "Non sarò certo io a peggiorare la situazione comportandomi così". Invece, spiega Galli, "se tutti quanti la pensano in questo modo e corrono nei luoghi delle riaperture di servizi vari, quel che succede è che la gente si ammassa e ammassandosi ricominceremo daccapo. La responsabilità è in capo ai singoli ma è anche molto in capo a chi deve impedire che certe cose accadono".

Anche il virologo Pierluigi Lopalco è tra chi grida alla massima prudenza, soprattutto per la Puglia, della quale è diventato assessore alla Sanità: "Se la Puglia diventerà zona gialla? Da assessore alla Sanità spererei di rimanere arancione, perchè purtroppo c'è questo fraintendimento comunicativo, per il quale dire che c'è una regione gialla sembra che il pericolo non ci sia, che sia passato e quindi si pensa ad un 'liberi tutti', una cosa di cui ho il terrore". Lopalco ha prospettato anche lo scenario che prevede l'endemicità del virus che "non andrà più via". Il più allarmista resta comunque Walter Ricciardi: "Siamo ancora nel pieno della seconda ondata. Dicembre e gennaio saranno mesi terribili, e lo saranno per due motivi: per i problemi di accesso ai servizi, e per le tante differenze a livello ragionale". Eppure i dati degli ultimi rilevamenti dicono altro e parlano di una situazione che va progressivamente a migliorare. Anche Fondazione Gimbe sembra voler alimentare la paura negli italiani parlando di "strage" a gennaio "se, invece di chiudere la seconda ondata di Covid, facciamo partire la terza. Per questo serve il massimo rigore durante le feste".

L'allarmismo non è una prerogativa tutta italiana. Basta fare un salto oltreoceano, dove il più noto virologo americano si esprime come quelli nostrani. Anthony Fauci segue la linea di Walter Ricciardi e della Fondzione Gimbe: "Gennaio sarà terribile". Le sue parole arrivano nel giorno in cui gli USA segnano uno dei maggiori incrementi di decessi e ricoveri dall'inizio dell'epidemia.

La sua previsione per gli Stati Uniti nasce dalle prossime festività e dal Ringraziamento appena trascorso: "Penso che gennaio sarà terribile perché l’ondata del Ringraziamento si sovrapporrà a quella natalizia".

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