Cronache

Contravvenzioni, in 6mila Comuni non si sa chi le riscuoterà

Fuori di scena Equitalia, solo 2mila enti su 8mila si sono attrezzati per la riscossione delle vecchie contravvenzioni

Contravvenzioni, in 6mila Comuni non si sa chi le riscuoterà
Novità in arrivo sul fronte delle contravvenzioni stradali: tra pochi giorni solo duemila Comuni su ottomila saranno in grado di riscuoterle. Sono i Comuni che si sono attrezzati per tempo organizzandosi per incassare le multe, visto che Equitalia non lo farà più. Tutti sapevano della scadenza (articolo 7 del decreto legge 70/2011, meglio conosciuto come decreto Sviluppo, che farà cessare le attività di Equitalia nei servizi di riscossione per gli enti locali, dopo ben tre proroghe, il 30 giugno prossimo) ma come spesso avviene nel nostro Paese, molti si sono fatti trovare impreparati. Il risultato qual è? Molti automobilisti non potranno pagare le contravvenzioni ricevute e, di conseguenza, i Comuni non potranno incassare i soldi loro dovuti. Parecchie multe potrebbero diventare carta straccia, con un danno considerevole per le casse pubbliche. Ma si tratta solo, si badi bene, delle multe accertate dalla polizia locale (le altre, invece, sono di competenza statale e non rientrano in questa casistica). Oltre alle contravvenzioni ci sono in ballo anche le tasse comunali, compresa quella per i rifiuti. Complessivamente si parla di un possibile danno di circa 1,4 miliardi di euro.

La prima cosa che i cittadini-automobilisti devono ricordarsi è da chi sono stati multati, poi bisogna tenere a mente anche la data. Perché la riscossione è solo l'ultimo anello della catena di un procedimento che, dal momento in cui l'infrazione viene rilevata (e messa a verbale) può durare anche qualche anno. Le agenzie di riscossione (vedi Equitalia) subentrano quando c'è la certezza che la contravvenzione non sarà pagata. La legge non dà tempi certi, dice solo che, una volta trascorsi i termini di pagamento (secondo il Codice della strada), è obbligatoria la messa a ruolo della somma.

I tempi per pagare

Se non si fa ricorso per pagare ci sono 60 giorni di tempo (a partire dalla notifica del verbale). Se il ricorso viene presentato e si perde ci sono 150 giorni dalla sentenza per notificarla e da quest'ultima notifica ci sono 30 giorni per pagare. A questi termini temporali bisogna aggiungere che, solitamente, l'iscrizione a ruolo non è automatica dopo la scadenza dei termini di pagamento. L'unico termine (a norma di legge) è quello stabilito dalla prescrizione: dopo cinque anni dall'infrazione la contravvenzione diventa inesigibile, salvo casi rari. Quindi per ovvie ragioni la riscossione va organizzata per tempo.

Che fare ora?

I cittadini devono solo aspettare che arrivi loro la cartella per il pagamento. Possono sperare che questa non arrivi mai e che i Comuni perdano tempo - e modo - di farsi pagare entro i termini stabiliti.

Almeno che lo Stato non corra ai ripari per sanare, con una "toppa normativa", l'assurda situazione che si è venuta a creare. 

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