Cronache

Corruzione in atti giudiziari, arrestato un giudice del Tar

Sette arresti a Roma. Franco Angelo Maria De Bernardi riceveva soldi dall'avvocato Matilde De Paola per nominarla quale difensore in procedimenti davanti al Tar del Lazio

Riceviamo e pubblichiamo:

Con riferimento alla vicenda di cui all’articolo in oggetto, Vi significhiamo che la società ICS Grandi Lavori Spa, si dichiara estranea ai fatti che hanno portato all’arresto del Magistrato Franco De Bernardi e dell’Avvocato Matilde De Paola.

La società è a disposizione della Magistratura per quanto dovesse occorrere ai fini di una più puntuale ricostruzione dei fatti.

Per quanto attiene alle informazioni divulgate in ordine alla gara indetta da Roma Capitale relativa al c.d. Ponte della Scafa, Vi precisiamo che il Tar non si è ancora pronunciato sulla fondatezza del ricorso proposto dalla scrivente Società ed ha anzi rimesso ad un CTU la valutazione degli aspetti tecnici della questione.

Maxi blitz nella Capitale. Questa mattina i carabinieri del Noe hanno arrestato sette persone, su richiesta della procura di Roma, con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. A finire in manette, fra gli altri, il giudice del Tar del Lazio Franco Angelo Maria De Bernardi, l’ex presidente della Banca Popolare di Spoleto Giovannino Antonini, l’avvocato Matilde De Paola e l’uomo d’affari Giorgio Cerruti. Nell’inchiesta risultano indagati anche gli ammiragli della Marina Marcantonio Trevisani e Luciano Callini. Il magistrato avrebbe emesso "sentenze ad hoc" e, per questa sua attività, avrebbe avuto denaro.

De Bernardi era già stato coinvolto nel maggio scorso in una vicenda giudiziaria della procura di Palermo legata all’attività di riciclaggio e abusiva attività finanziaria. Adesso il pm della procura capitolina Stefano Pesci, che ha firmato tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e quattro ai domiciliari, gli contesta il reato di corruzione in atti giudiziari. In particolare, come scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare, il giudice del Tar del Lazio avrebbe siglato un accordo con l’avvocato De Paola "in base al quale quest'ultima si impegnava a corrispondere al giudice del Tar somme di denaro quale compenso per il compimento di una serie di atti contrari ai doveri d’ufficio consistenti di volta in volta, nell’accordarsi con parti processuali in ordine alla nomina della stessa De Paola quale difensore in procedimenti davanti al Tar del Lazio". Stando all’impianto accusatori, De Bernardi e De Paola avrebbero operato su due ricorsi presentati dagli ammiragli. "I ricorsi sono curati da De Bernardi per mezzo dello studio De Paola - si legge nell’ordinanza - per la sua attività il giudice ha percepito dall’avvocato un compenso 'mascherato' per circa 10mila euro da una fattura emessa da Mandija Evis". Nell’ordinanza si cita una intercettazione dalla quale De Paola indica i diversi compensi richiesti per i procedimenti trattati precisando addirittura le modalità di versamento e sottolineando l'esigenza di giustificare l'emissione di una fattura in favore di Mandija Evis per la corresponsione al giudice degli importi dovutigli per la sua collaborazione nei ricorsi dei due ammiragli.

C’è anche il costruttore Claudio Salini, dell’omonima impresa edile, tra gli indagati per corruzione coinvolti nell’inchiesta sui ricorsi pilotati al Tar del Lazio. Secondo l’accusa contenuta nell’ordinanza cautelare, il giudice amministrativo Franco De Bernardi e l’avvocato Matilde De Paola, a partire dallo scorso marzo, "accettavano, per il tramite di Francesco Clemente (agli arresti domiciliari, ndr), da ICS Grandi Lavori spa (riconducibile al Gruppo facente Capo a Claudio Salini e quindi di fatto riferibile ad attività di controllo di quest’ultimo) la promessa del pagamento di 

538em;">imprecisate somme di denaro".

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