Cronache

Così la Campania è diventata ​la "questura" dei jihadisti

Arrestato a Salerno un algerino fiancheggiatore dell’Isis. Per gli inquirenti in Campania è più facile ottenere passaporti

Così la Campania è diventata ​la "questura" dei jihadisti

Potrebbero aprirsi scenari inediti nelle indagini condotte dagli inquirenti italiani sulla lotta al terrorismo di matrice islamica. E le ricerche potrebbero portare all’ombra del Vesuvio. Negli ultimi mesi proprio in Campania una serie di episodi, che inizialmente potevano apparire casi isolati, hanno messo in allerta le forze dell’ordine facendo pensare alla presenza di una strutturata organizzazione di falsari connivente col terrorismo. A lanciare l’allarme è stato il procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli: «Chi ha bisogno di supporto logistico passa da qui, monitoriamo tutto il territorio». L’area calda nel mirino degli inquirenti è la Campania, con particolare attenzione all’agglomerato urbano del capoluogo partenopeo, tradizionalmente culla secolare di accoglienza multietnica. Ed è proprio tra le centinaia di profughi, richiedenti asilo, rifugiati politici e migranti di passaggio che è più semplice che si addensino fronde o individualità estremiste.

Proprio sabato scorso la polizia ha arrestato in provincia di Salerno Djamal Eddin OualiIl, 40 enne algerino, sul quale dal 6 gennaio scorso pendeva un ordine di arresto internazionale emesso dal Belgio. Non un fermo dei tanti, dunque, ma un arresto eccellente. Il nome di Oualill era infatti emerso durante alcune perquisizioni effettuate in un sobborgo di Bruxelles. Lì vennero sequestrate centinaia di immagini relative a falsi documenti d’identità, tra le quali sono state trovate anche quelle di tre terroristi che hanno ideato e realizzato gli attacchi di Parigi e Bruxelles. Uno dei fiancheggiatori dell’Isis si trovava dunque a Bellizzi, una cittadina italiana di 13mila abitanti. Da brividi, specie per chi ancora ritiene che il terrorismo sia un fenomeno geograficamente lontano dal nostro Paese.

Seguendo i fili della rete criminale si sta quindi cercando di arrivare a chi gestisce lo «spaccio» di documenti falsi, che proprio in Campania sembra essere molto facilitato. «La contraffazione di documenti - ha continuato Zuccarelli in una dichiarazione - rappresenta uno dei principali reati-spia per il contesto genericamente chiamato terrorismo». Non solo carte d’identità, ma anche passaporti, permessi di soggiorno e altri documenti. A Napoli è più facile ottenerli. E in effetti, proprio nei giorni immediatamente successivi agli attentati di Parigi del novembre scorso, tre cittadini afghani stavano per imbarcarsi dall’aeroporto di Capodichino per Londra con in tasca due passaporti falsi ed uno rubato, mentre un episodio analogo sempre allo scalo partenopeo ha visto protagonista un pakistano. Ma tra le recenti cronache campane figura anche l’arresto di Aziz Eshan avvenuto a Napoli nei giorni immediatamente precedenti all’attacco di Bruxelles. Anche il 46enne iracheno era destinatario di un mandato di cattura europeo ed è accusato di essere in contatto con l’Isis.


Che siano solo coincidenze è sempre più difficile da credere.

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