Scripta manent

Così scrive un serial killer

Le grafie in nostro possesso, che presentano alternativamente scritti in corsivo e in stampatello, ci permettono di tracciare il profilo di una personalità complessa

Così scrive un serial killer

Le grafie in nostro possesso, che presentano alternativamente scritti in corsivo e in stampatello, ci permettono di tracciare il profilo di una personalità complessa. Egli passa, infatti, dalla disponibilità e dalla sensibilità, favorite da ottime abilità discussive e di convincimento ad atteggiamenti marcatamente aggressivi, dalla tolleranza e sopportazione all’onnipotenza e alla sfida, dalla logica serrata all’impulsività.

SCRITTURA STAMPATELLO Lo stampatello è per Donato Bilancia un modo per essere chiaro nell’esposizione, ma la presenza di un gesto scomposto con scosse repentine mette in evidenza un livore interiore che, se pur tenuto sotto controllo, rivela inquietudine e tensione (scosse nel tratto e presenza di macchioline nelle lettere).

SCRITTURA CORSIVO La grafia in corsivo, con legami originali e con ampi spazi disordinati tra lettere e tra parole, denota una personalità che si propone con ambiguità, abile nel convincere e nel manipolare l’interlocutore e insieme astuto nelle argomentazioni. Il costante collegamento tra le singole lettere nella scrittura corsiva è indice di pensiero logico, circostanziato e formale, che lo rende attento a non soccombere mai utilizzando perciò un eloquio forbito e convincente (buon spazio tra parole e stiracchiamenti delle lettere). Sono proprio i legamenti originali a dirci quanto egli sia abile nell’interloquire, almeno finché gli riesce di gestire con padronanza la propria impressionabilità. Infatti, e lo vediamo soprattutto nello scritto in stampatello maiuscolo, Donato Bilancia mette in evidenza tutto il marasma che vive internamente, un marasma che lo porta a lasciarsi prendere la mano dalla commozione e dall’impulso. Potremmo definirlo un soggetto turbato, con un disturbo borderline di personalità, manifestato proprio dall’assunzione contemporanea dello stampatello e del corsivo. Egli passa così da momenti in cui sente forte il bisogno di porsi al centro della realtà, di sentirsi vittima della sorte (vedi lettere snaturate e deformate dello stampatello) e di trattenere moti di aggressività, che rimane pertanto repressa, ad altri dove invece manifesta in maniera evidente un’intensa e incontrollata collera (tagli delle “t” e puntini accentuati sulle lettere “I” maiuscole). Le cause vanno ricercate anche in una struttura ipersensibile, la cui bassa soglia di tolleranza alla frustrazione, che lo porta a vivere tutto in modo amplificato, lo fa sentire preda di un destino avverso. Si tratta di una “ferita narcisistica”, vissuta come offesa interiore. È proprio questo stato di ambivalenza tra la lucidità mentale e un sé fittizio danneggiato che lo rende preda dei propri impulsi.

L’Io, poco strutturato affettivamente, lo porta a commiserarsi, a sentirsi tradito, e poco considerato; ciò provoca in lui uno stato di ansia che lo rende instabile e vulnerabile (tratto leggero con ampi spazi bianchi) costringendolo a provare un’amarezza profonda per un passato doloroso.

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