Coronavirus

Quant'è probabile il contagio? Che cosa svelano queste cifre

In attesa del vaccino, sarà fondamentale convivere con il nuovo coronavirus. E, per tenere sotto controllo i casi, potrebbero essere utili le analisi delle parole chiave cercate su internet

Quant'è probabile il contagio? Che cosa svelano queste cifre

Per avere il vaccino contro il nuovo coronavirus bisogna aspettare. Per questo, per il momento è necessario imparare a convivere con il Covid-19.

Ma vivere insieme al virus è così difficile? Secondo Riccardo Cesari, docente dell'Università di Bologna, potrebbe essere come "convivere con uno dei tanti rischi della vita". Analizzando i dati, emerge che in sette mesi (da marzo a settembre) sono stati circa 283mila i casi positivi sintomatici, di cui 36mila sono morti. "Vanno tuttavia distinti i due periodi- spiega il docente in un articolo del Corriere della Sera- quello del picco (fino a maggio) e quello successivo: 233 mila casi nel primo (3 mesi) con 34 mila morti, 50 mila casi nel secondo (4 mesi) con 2 mila morti". Le probabilità di contrarre l'infezione con sintomi nel primo periodo sono risultate pari all'1,55%, mentre successivamente sono scese a 0,25%. Una percentuale che, secondo i dati di Cesari, non si discosta molto dalla probabilità di farsi male a causa di un incidente stradale. La probabilità condizionata di morire per il Covid-19, invece, è più alta: 14,6% nel primo periodo e 4% nel secondo, contro l'1,30% della morte per incidente stradale

Per convivere con il nuovo coronavirus può essere molto utile anche l'analisi delle parole chiave su Google Trends. A renderlo noto è uno studio, pubblicato su 'Mayo Clinic Proceedings', che mostra la potenzialità delle parole cercate sul web per individuare i focolai di Covid-19. "In Google Trends sono presenti informazioni che precedono le epidemie- ha spiegato Mohamad Bydon, neurochirurgo della Mayo Clinic e autori senior dello studio- e, con l'analisi predittiva, questi dati possono essere utilizzati per una migliore allocazione delle risorse per quanto riguarda test, dispositivi di protezione individuale, farmaci e altro". I ricercatori hanno scoperto che, analizzando le parole chiave cercate su Google, erano in grado "di identificare i segnali spia di un hot spot che sarebbe emerso in un arco di tempo di alcune settimane". Il lavoro si è concentrato su 10 parole chiave: sintomi di Covid, sintomi del coronavirus, mal di gola + mancanza di respiro + affaticamento + tosse, centro di test per il coronavirus, perdita olfatto, Lysol, anticorpo, mascherina, Vaccino contro il coronavirus, controllo dello stimolo Covid. La maggior parte di queste presentava correlazione con aree specifiche in cui, giorni dopo, vennero segnalati i primi casi di Covid-19.

Altri studi hanno evidenziato l'importanze del ruolo della sorveglianza di internet nella previsione delle epidemie. Per questo, l'analisi dei Google Trends può essere anche un modo per tenere sotto controllo i nuovi contagi, una volta ridotto il numero giornaliero. Ma, avvisano i ricercatori, la necessità di ulteriori test, più veloci, è fondamentale: "Se aspetti che i focolai emergano, sarà troppo tardi per rispondere in modo efficace -ha specificato Bydon- In termini di preparazione nazionale, questo è un ottimo modo per aiutare a capire dove emergeranno i futuri punti caldi".

Forse, in questi mesi, si poteva fare di più per prevenire i nuovi contagi. Secondo Cesari, "l’app Immuni, una specie di tentativo di ABS per il rischio Covid, al momento non ha avuto grande successo", affiancata da una "proverbiale disorganizzazione italiana".

Ma i dati relativi agli incidenti stradali fanno ben capire "cosa vuol dire 'convivere' (con prudenza!) col Covid".

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