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Una costi-benefici anche sul reddito

Applichiamo l'analisi costi-benefici anche al governo

Una costi-benefici anche sul reddito

L'abracadabra della politica grillina è «la relazione costi-benefici». Il piede di porco buono per scassinare qualunque logica e qualsiasi tentativo di ragionamento. Lo abbiamo visto in questi giorni con l'Alta velocità. Il Movimento 5 Stelle, dalla sua fondazione sempre anti Tav, imbastisce una commissione di esperti, tutti di chiara fama No Tav (a parte uno, che infatti se n'è subito andato) per avere un'opinione «tecnica» sull'opera in Val di Susa. Indovinate un po' il verdetto della commissione No Tav? La Tav non va fatta, perché i costi superano i benefici. Toh, che sorpresa. Sarebbe stato come far valutare una grigliata di carne a un consesso di vegani. Ma tant'è. Questo è il nuovo metodo grillino: prendere dei tifosi e travestirli da arbitri. Metodo utilizzato, in scala minore, anche in Emilia-Romagna, dove il ministro Toninelli ha bloccato la costruzione di una bretella autostradale tra Campogalliano e Sassuolo. Un'opera di 15 chilometri, dal valore di 506 milioni di euro e fondamentale per la logistica del distretto della ceramica. Ruspe ferme e lavori al palo. Anche in questo caso gli ineffabili grillini hanno sventolato una «relazione costi-benefici» per sigillare i cantieri.

Viene, però, un dubbio: se il governo gialloverde vuol misurare tutto con il metro dei «costi-benefici», allora perché non inizia ad applicarlo anche a se stesso? Facciamo un esempio: saranno più i costi o i benefici del reddito di cittadinanza? In questo caso i pentastellati non hanno incaricato nessuna commissione di esperti. Anzi, hanno tirato dritto, in barba a tutti gli esperimenti in giro per il mondo che hanno bollato il sussidio come inutile se non dannoso. Perché l'esecutivo non allestisce un bel parterre di esperti (possibilmente indipendenti) e sottopone loro il faraonico provvedimento appena varato? E poi, perché no?, si potrebbe passare sotto la stessa lente anche «Quota 100». Se al governo del popolo piacciono così tanto i pareri degli esperti, allora che li interpellino su tutto.

Il sospetto è che i costi di tutte queste trovate assistenzialiste siano mostruosi (e a carico nostro), e i benefici, più che collettivi, siano elettorali. Almeno nelle speranze di chi le ha partorite. Ma quando dai palazzi romani avranno finito di suonare la fanfara anche gli elettori, nel silenzio delle loro case, tracceranno i «costi-benefici» del governo grillino. La prima tranche di questa relazione «costi benefici» è già stata consegnata. Domenica scorsa in Abruzzo.

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