Cronache

Il cronista antimafia con la stimmate

L'uomo che ha scoperto il mistero dell'agenda rossa di Borsellino si racconta a Stop. Nello numero speciale sul mistero dedicato all'esorcismo un'intervista esclusiva a padre Amorth

Cosa unisce un esorcista agli extraterrestri? E cosa c’entra la stimmate con la strage di via D’Amelio a Palermo in cui morì il giudice Paolo Borsellino? È un’inchiesta sugli indemoniati il titolo di apertura dello speciale di Stop che uscirà tra il 4 e il 5 dicembre e che avrà per tema il mistero. L’inchiesta contiene un’intervista a Padre Gabriele Amorth, uno dei massimi esperti di esorcismo della Chiesa, e il racconto di quello che viene definito «l’esorcismo più difficile di tutti i tempi». Nel supplemento, dal titolo «I grandi gialli di Stop» si racconta una Italia dei misteri come un sottobosco popolato da personaggi straordinari che sembrano usciti da un romanzo noir. Eppure tutti maledettamente veri. C’è Mauro Biglino, l’uomo che ha tradotto 17 libri dell’Antico Testamento per le Edizioni San Paolo, che sostiene che Dio è in realtà un alieno.

Poi c’è Giorgio Bongiovanni. Chi conosce le vicende di Cosa nostra in Sicilia lo considera una icona della lotta alla mafia. Giorgio è un giornalista esperto di mafia dopo la morte dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che all’inizio degli anni Novanta fondata la rivista Antimafia Duemila, ben presto una Bibbia autorevole. Non tutti sanno che è stato Bongiovanni raccoglie a raccogliere e trasformare in manuale del giornalismo le memorie di pentiti come Salvatore Cancemi, uno dei capi della Cupola. Scrive Edoardo Montolli sullo speciale di Stop, il periodico diretto da Daniele Urso, in edicola in questi giorni: «Nel 2004 Lorenzo Baldo, vicedirettore del giornale, scopre, da fonte “non istituzionale” e rimasta ignota, l’esistenza di una foto che ritrae l’allora capitano dei carabinieri Giovanni Arcangioli sul luogo della strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992, mentre tiene stretta in mano la borsa di Paolo Borsellino. Anziché fare lo scoop, Bongiovanni e Baldo parlano con i magistrati di Caltanissetta che stanno riaprendo le indagini sui depistaggi su quella strage e rivelano quanto sanno. Il problema è che l’agenda rossa su cui Borsellino segnava tutte le sue cose più importanti e non verbalizzate, è infatti sparita nel nulla dal giorno della sua morte. Arcangioli verrà indagato, ma prima il gup e poi la Cassazione lo proscioglieranno».

È stato Il giornale di Bongiovanni a rivelare per primo il mistero dell’agenda rossa di Borsellino, cui è legata la trattativa Stato-mafia che oggi vede contrapposti la Procura di Palermo a politici e uomini dello Stato come l’ex presidente del Senato Nicola Mancino, con la querelle contro il capo dello Stato e quelle telefonate con l’ex vicepresidente del Csm, che nel 1992 venne nominato a sorpresa ministro dell’Interno e che, come sostiene Salvatore Borsellino (che spesso appare alle manifestazioni antimafia assieme al popolo dell’agenda rossa proprio di fianco a Bongiovanni), il primo luglio di quell’anno, a pochi giorni dalla strage di via D’Amelio, vide Paolo Borsellino. Circostanza che Mancino ha spesso negato, e che potrebbe essere cruciale per ricostruire i veri mandanti della strage del 19 luglio 1992 a Palermo.

Sull’agenda rossa, piena di appunti del pm e sparita dal luogo dell’eccidio, scriverà la Cassazione il 17 febbraio 2009: «Gli unici accertamenti compiuti in epoca prossima ai fatti portavano addirittura a escludere che la borsa presa in consegna dal capitano Giovanni Arcangioli contenesse un’agenda». Di fatto non l’ha più vista nessuno. «E dalla prima segnalazione di Baldo e Bongiovanni – scrive ancora Montolli su Stop - ancora oggi si sta provando a far luce sui passaggi di mano che la borsa del magistrato ebbe il giorno della strage: si cerca un misterioso agente segreto che appare in alcuni fotogrammi dei filmati su via D’Amelio».

Bongiovanni non ha mai smesso di lottare per arrivare alla verità. La sua dedizione è pari alla sua fede. Perché il giornalista antimafia più agguerrito sostiene di avere le stimmate. Come documentano le foto del numero speciale di Stop e come racconta lo stesso giornalista il 2 settembre 1989, mentre è in ginocchio sotto la quercia che domina la piazza del santuario di Fatima, Bongiovanni racconta di aver sentito una voce che gli chiedeva di essere parte della sofferenza di Cristo. Lui accetta e i palmi delle sue mani cominciano a sanguinare. Sono le stimmate che poi riceverà anche sui piedi. Bongiovanni sostiene anche di conoscere la verità sul Terzo segreto di Fatima: «Ho avuto tre rivelazioni. La prima racconta come avverrà lo scisma della Chiesa e la sua caduta. La seconda riguarda lo scoppio di una nuova guerra mondiale, dopo la quale ci sarà una seconda venuta di Gesù sulla Terra.

La terza e successiva svela che arriveranno sul nostro Pianeta degli esseri di luce da altri cosmi».

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