Cronache

Dalle lettere a Piazza Affari Il salto industriale delle Poste

Il gruppo guidato da Francesco Caio ha diversificato su logistica, risparmio, telefonia e assicurazioni. Gli obiettivi del piano al 2020

Sta per mettersi in moto la più grande privatizzazione dello Stato italiano dai tempi di Enel. Entro la fine dell'anno è atteso lo sbarco in Borsa di Poste Italiane: il ministero dell'Economia, unico azionista, collocherà sul mercato fino al 40% del capitale.

La quotazione si annuncia come un unicum a livello mondiale, in quanto il gruppo guidato dall'amministratore delegato Francesco Caio non ha praticamente eguali nel mondo. Il modello di business di Poste, infatti, non ha più al centro del proprio universo i servizi di recapito ma si articola anche su due altre aree di business tra loro integrate come i pagamenti e le transazioni (attraverso BancoPosta) e il risparmio gestito e le assicurazioni tramite PosteVita. Sulle Borse europee non sono presenti società analoghe: la britannica Royal Mail opera soltanto nei servizi postali, mentre l'unica società che le «assomiglia» un po' di più è la giapponese Nippon Yusei.

Ma come si sono preparate le Poste a questo grande passo? La scelta di quotarsi è la logica conseguenza di un percorso articolato attorno alla creazione di valore. Un cammino che inizia all'alba del nuovo millennio con la creazione della divisione BancoPosta, che consente alla società di passare dal ruolo di mero gestore del risparmio (con la raccolta effettuata tramite i libretti al portatore) a vero e proprio intermediario finanziario con l'offerta di prodotti più complessi e, soprattutto, per via telematica con il banking online. Contestualmente al BancoPosta nasce in quello stesso periodo Poste Vita che si collocherà stabilmente tra le prime compagnie assicurative del ramo in Italia. Con l'ingresso nel campo della telefonia mobile si completa il percorso verso la multicanalità. Gli uffici postali, infatti, sono diventati lo specchio di una holding che non si occupa più solamente di consegnare la corrispondenza, ma ha compiuto un salto tecnologico. Poste è la principale piattaforma multi-funzione nazionale che interagisce con privati, aziende e pubblica amministrazione.

Su questo patrimonio di know-how e di leadership nei mercati di riferimento si è innestato il nuovo piano industriale con orizzonte il 2020 varato alla fine dell'anno scorso dall'ad Caio. Nei prossimi cinque anni, contestualmente alla privatizzazione, Poste Italiane si pone l'obiettivo di costituire sempre più un'infrastruttura strategica per la crescita del Paese. Il percorso delineato dal Piano è focalizzato su tre principali aree di business: logistica e servizi postali, pagamenti, risparmio e assicurazioni.

Per quanto riguarda la logistica, Caio intende portare il gruppo a conseguire, nell'arco del piano, una quota di mercato del 30% nel segmento business-to-consumer, cioè creare il campione nazionale del recapito dei pacchi legati agli acquisti con l'e-commerce. Forte della partnership con Amazon, l'ad intende guardare a nuove alleanze. Sul fronte dei recapiti è previsto il ridisegno dell'offerta con servizi differenziati a seconda dei tempi di consegna. Il servizio universale postale è apparso disallineato rispetto ai bisogni delle famiglie e non più sostenibile dal punto di vista economico in quanto la spesa media mensile per singolo nucleo si attesta intorno ai 2 euro e il 93% delle persone, secondo l'Istat, dichiara di non essere interessato a ricevere ogni giorno la corrispondenza.

Nei pagamenti e nelle transazioni la digitalizzazione sarà motore di sviluppo (si punta a 30 milioni di PostePay emesse), mentre nel risparmio l'asse portante sarà costituito dal focus su prodotti trasparenti e di qualità e servizi semplici e sicuri puntando a un target di 500 miliardi di raccolta per Poste Vita e Poste Assicura.

Il Piano 2020 di Poste prevede un fatturato in crescita verso i 30 miliardi di euro e una profittabilità che, dopo anni di flessione, tornerà a crescere. Entreranno nel gruppo 8mila nuove risorse (al 50% nuove professionalità) ed è prevista la riqualificazione di 7mila persone per rispondere alle esigenze del mercato. Nei prossimi cinque anni sono, infine, previsti investimenti per oltre 3 miliardi di euro in tecnologia e formazione. In quest'ambito saranno destinati 500 milioni alla sicurezza e alla riqualificazione degli uffici postali come luogo di assistenza e consulenza a cittadini e famiglie.

Presenza capillare sul territorio, esperienza e tecnologie continueranno a fare di Poste un punto di riferimento per il miglioramento della qualità della vita e della competitività del Paese che sarà guidato per mano nella transizione verso l'economia digitale.

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