Cronache

Daniza libera o no? Orsi non pericolosi, basta conoscerli un po'

Disinteressarsi degli animali è lecito. Ma è così che nascono paure infondate

Daniza libera o no? Orsi non pericolosi, basta conoscerli un po'

Al professore, degli animali, non frega niente. Anzi no, c'è una gattina che, arrivata dopo lunghe insistenze, adesso adora come la figlia stessa. Coraggio, professore, non è un caso senza speranza. Se si mette a frequentare lupi e orsi, magari non se li porterà a casa, ma, con un buon binocolo, potrebbe anche attardarsi a osservarne il comportamento. Magari finisce come per la gattina. Una strusciata oggi, le fusa domani e te la trovi a letto dopo una settimana, quando ti alzi alle tre del mattino perché manca all'appello.

Se poi dovesse vincere la pervicacia del menefreghismo, anche se gli animali al professore non interessano, con loro deve comunque fare i conti, anzi dobbiamo tutti fare i conti.

Mi spiace professore, ma siamo circondati, peggio di Custer al Little Big Horn. Zanzare, vespe, ragni (velenosi o no?), calabroni, bombi, scorpioni, ratti, arvicole, serpenti (velenosi o no?), tutti «clienti» che possiamo incontrare andando a cercare funghi e tartufi o recandoci in cantina a prelevare una buona bottiglia di vino, in solaio a cercare la vecchia e impolverata Iliade, a fare un picnic con i bambini o semplicemente a due passi per strada. Se gli animali non c'interessano non li osserviamo, se non li osserviamo non li studiamo, se non li studiamo non li conosciamo. E se dal sonno della ragione nascono i mostri (Goya), dall'ignoranza nasce la paura.

Non c'è peggior nemico di quello che non si conosce, perché troppo spesso dà adito a fantasie e ansia anticipatoria che si rivelano poi avere oltrepassato di gran lunga il limite di una tragedia inesistente. Sottolineo, tra parentesi, che considero il disinteresse per gli animali lecito, ma moralmente deplorevole. La natura ci ha dato qualche circonvoluzione cerebrale in più (ammesso che sia veramente utile) anche per difendere i diritti dei deboli, siano vecchi, bambini o abbiano una coda. E se proprio non ce ne fregasse nulla di difendere gli animali per motivi etici lo dovremmo fare per motivi economici. Frotte di turisti si recano, o comprano casa, in Norvegia o in Canada per visitare ambienti selvatici dove l'attrazione principale sono gli orsi, i lupi, gli uccelli marini e i salmoni, all'interno di scenari da favola tenuti con cura e rispetto. Da noi scappano perché l'Italia è degradata a tal putto da essere un gran bidone dell'immondizia. Abbandonano le case di Toscana e Umbria perché gli avveleniamo i cani con le polpette destinate ai «nocivi» (lupi, volpi, aquile ecc.).

Donde derivano, se non dall'ignoranza, tante fobie rispetto agli animali? Ragni, serpenti, insetti, topi, per quanto piccoli, sono in grado di far crollare donne e uomini che pesano un milione di volte in più e, con un solo movimento, potrebbero ridurli in poltiglia.

Basterebbe conoscerli per non averne paura: ecco allora che la bambina non andrebbe nel bosco vestita dal papà con la camicetta blu (eccellente per attirare vespe e calabroni) e, di fronte a un serpente (velenoso o no?) sarebbe bene sapere che è inutile gridare affinché prenda paura e scappi: semplicemente perché è sordo. Se poi ha la coda lunga e arrotondata è del tutto innocuo, ma qui so di chiedere troppo.

Il professore non ha idea di che fare al cospetto di un orso. Poco male visto che in Italia, non è mai morto nessuno a causa di un incontro simile. Mi fa molta più paura che i bambini non sappiano cosa fare se incontrano un cane aggressivo vicino ai bidoni della spazzatura. Per sfortuna del professore, ma per nostra fortuna, dagli animali siamo circondati.

Ma noi non siamo il 7° Cavalleria e fra di loro non c'è Vecchio Orso né Toro Seduto.

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