Cronache

Il decalogo di Facebook per difendersi dalle bufale

Da oggi e per tre giorni gli utenti di Facebook verranno messi in guardia nella colonna News Feed dalle notizie farlocche

Il decalogo di Facebook per difendersi dalle bufale

Il tema é complicato, perché alla fine quando a Adam Mosseri, vicepresidente di News Feed, cioè della bacheca di Facebook, viene chiesto: cos'è per voi esattamente un falso? Come si distingue, dove è il confine tra una notizia falsa da una interpretazione dei fatti diversa da quella corrente e dominante? Bene, la risposta lascia un po' il tempo che trova: perché Mosseri spiega che per Facebook é un falso ciò che "punta deliberatamente e consapevolmente a fuorviare e a depistare". Risposta che come si vede lascia aperti tutti i dubbi possibili sul diritto di Facebook o chiunque altro, nell'era del diluvio universale di news, a distribuir patenti di autenticità.

Sta di fatto che per Facebook il tema delle notizie false che popolano il social network più affollato del pianeta é un tema sensibile, perché ci vanno di mezzo l'attendibilitá, il senso di realtà di questo mondo virtuale. Chi avrebbe interesse a pubblicare inserzioni in un mondo popolato indistintamente di bufale e cronaca, di scienza e delirio? È anche per autodifesa, e non solo per senso di responsabilità, che dalle 18 (ora italiana) di oggi Facebook lancia in diciannove paesi la sua campagna conto le "false news" propalate attraverso di essa, la pestilenza di frottole che bombarda gli utenti ogni santo giorno.

Da oggi e per tre giorni, spiega Mosseri, gli utenti di Facebook verranno messi in guardia nella colonna News Feed dalle notizie farlocche: chi cliccherà sull'avviso verrá indirizzato a un decalogo che spiega come distinguere notizie sincere e imbrogli deliberati, indicando una serie di segnali d'allarme, a partire dagli url, gli indirizzi simili a indirizzi famosi; e poi le notizie con troppi punti esclamativi e troppe maiuscole, con troppi errori di battitura, con le date che non tornano, o senza indicazione delle fonti; viene persino suggerito di diffidare delle notizie riportate da un solo sito, ovvero di quelli che nel giornalismo di una volta venivano chiamati scoop. Condividete solo le notizie della cui autenticità siete certi, é l'appello di Facebook. Agli utenti, per aiutarli a districarsi tra vero e falso, viene chiesto uno sforzo di approfondimento ma soprattutto uno sforzo intellettuale. La parola d'ordine che ripete Mosseri è "skeptical ": siate scettici, non fidatevi, approfondite. Ma quanti, nella palude di pigrizia dei navigatori, troveranno solerzia sufficiente a essere "skeptical"?

Colpisce il tempo breve, tre giorni, per l'esperimento: ma Mosseri - giovanissimo, aria nerd d'ordinanza, che incontra la stampa a margine del festival del giornalismo a Perugia - spiega che va bene così, in tre giorni raggiungi tutti in modo efficacemente, diluendolo su un tempo maggiore il messaggio perde efficacia. Ma ammette e spiega che la partita vera si combatte non solo educando l'utente ma anche combattendo il business delle false news: che sono in minima parte figlie di goliardia e vandalismo, e per il resto ricerca di clic a fini di lucro. Qui la parola d'ordine é "disincentivare ", ma non é chiarissimo come, anche perché per adesso in Italia di marchiare con un bollino le notizie considerate false, come fa in America, per adesso Facebook non parla.

Purtroppo. O per fortuna?

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