Cronache

Degrado e minacce, il mercatino rom nel cuore dei Parioli

Complice la chiusura "per buche" di via della Moschea, nel quartiere romano dei Parioli, ogni venerdì, da mesi, imperversa il mercatino abusivo dei rom, tra degrado e illegalità

Degrado e minacce, il mercatino rom nel cuore dei Parioli

Ormai a via della Moschea, nel cuore del quartiere romano dei Parioli, il mercatino rom del venerdì è diventato un appuntamento fisso. Nonostante gli interventi sporadici della Polizia Locale e le promesse della sindaca, Viriginia Raggi, sulla lotta al rovistaggio e ai mercatini abusivi, infatti, il marciapiede che costeggia la grande moschea della capitale continua ad essere ricoperto da ogni sorta di mercanzia, recuperata, in larga parte, dai cassonetti dell’immondizia.

Da mesi ormai, complice la chiusura “per buche” dell’arteria che collega viale Parioli con la Tangenziale Est, ogni venerdì si ripete la stessa scena. Approfittando dell'interdizione al traffico della via, la mattina presto i rom scaricano la merce con i furgoni e verso le nove il mercato è già animato dai primi clienti che sbirciano tra la paccottiglia sistemata sopra i teli, stesi lungo tutto il marciapiede. Vestiti, scarpe, giocattoli, oggetti di metallo, apparecchiature elettroniche, portafogli, occhiali, vecchi computer: tutta merce di dubbia provenienza, che viene disposta ordinatamente sui lenzuoli, pronta per essere venduta al miglior offerente (guarda il video).

Si tratta, principalmente, di oggetti trovati durante la settimana nei cassonetti dell’immondizia. “Non c’è un prezzo fisso”, spiega un signore che incontro passeggiando all’interno del mercato, “se trovi qualcosa che ti serve loro ti fanno una proposta, tu gli fai la controfferta, e poi si decide il prezzo”. “Vengono quasi tutti dal campo rom di via di Salone”, dice l’uomo, mentre continuiamo a camminare. A comprare qui vengono anche molti italiani, ci assicura. “Sono usate?”, chiedo ad una venditrice rom indicando un paio di infradito arancioni. Sul suo banco ce n’è per tutti i gusti e per tutte le taglie: borse di tela consumate, scarpe da ginnastica logore, asciugacapelli, caricabatterie per i cellulari e un paio di stivaletti con il tacco ricoperti di lustrini.

“Certo, qui è tutto usato”, risponde gentilmente senza muoversi dal muretto dove è seduta per ripararsi dal sole. Se qualcuno prova a documentare quello che succede, però, la situazione cambia e venditori e clienti diventano meno gentili. “Niente foto”, urla uno degli acquirenti, “meglio che te ne vai, dammi retta”. “No, no, non fare foto, fammi vedere se hai cancellato”, incalza una rom. “Guarda che noi campiamo con questa roba”, avverte. “Lascia perdere, io lo dico per te, l’altro giorno un’italiana ha provato a fare una foto e l’hanno massacrata di botte”, mi spiega poco dopo un venditore ambulante che ha assistito alla scena. Meglio farsi gli affari propri, quindi, suggerisce. “Non vogliono essere ripresi perché hanno paura di andare sui giornali”, mi spiega un altro signore.

Insomma, dietro le transenne dei lavori in corso, che da mesi stentano a partire, può succedere di tutto. E di vigili non se ne vede neanche l’ombra. Lo scorso maggio, per cercare di debellare il fenomeno dei mercatini illegali la sindaca aveva annunciato la riorganizzazione dei turni delle pattuglie della Polizia Locale per garantire controlli ripetuti ed evitare che gli abusivi continuassero a spostarsi da una via all’altra della città. “La sicurezza è un tema rilevantissimo per questa amministrazione”, assicurava, in proposito, la Raggi. Ma tra le voragini di via della Moschea il “mercatino dell’usato”, come lo chiamano, imperversa da mesi.

E qui, a due passi dalle vetrine scintillanti di viale Parioli, tra degrado, minacce e strade che sembrano bombardate, ormai è diventata terra di nessuno.

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