Cronache

Delitto dell'Olgiata, confermata la condanna per il domestico filippino

Il domestico filippino, reo confesso, condannato per l'omicidio volontario della contessa Alberica Filo della Torre, avvenuto il 10 luglio 1991

La corte d’assise d’appello di Roma ha confermato la condanna a 16 anni di reclusione per il filippino Manuel Winston Reyes in relazione all’omicidio della contessa Alberica Filo della Torre, assassinata nella sua villa all’Olgiata il 10 luglio del 1991.

Il procuratore generale Donatella Maria Luisa Greco aveva chiesto l’ergastolo. L'uomo, reo confesso, era stato condannato in primo grado a 16 anni, avendo ottenuto le attenuanti generiche. Oggi in aula Winston ha preso la parola: "Mi rivolgo a tutti, avvocati, giudici e soprattutto alla famiglia Mattei. Chiedo perdono per quello che ho fatto". Nessun commento da parte di Pietro Mattei, marito della nobildonna, che ha partecipato all’udienza in compagnia del suo legale, l'avvocato Giuseppe Marazzita.

Winston fu arrestato il 29 marzo 2011 dopo che il Ris di Roma individuò una traccia di dna sul lenzuolo usato per strangolare la contessa. Due giorni dopo, all’udienza di convalida, il filippino si avvalse della facoltà di non rispondere; successivamente, però decise di parlare con il pm Maria Francesca Loy e confessò il delitto.

Nel corso della requisitoria il pg ha sostenuto "la piena volontarietà del delitto". C'è anche un particolare che "accusa" Reyes e che rivela la sua volontà omicidiaria: prima di lasciare la camera da letto dove è stato compiuto il delitto ha chiuso a chiave la porta. Una chiave mai ritrovata. Questo dimostra, per l’accusa, la volontà di compiere il delitto e la sua intenzione a ritardare il ritrovamento del corpo e l'arrivo dei soccorsi.

"Avremmo auspicato un trattamento sanzionatorio più grave". Così l’avvocato Marazzita, legale della famiglia di Mattei, ha commentato la sentenza. "Si conferma l’impianto accusatorio - ha detto ancora Marazzita - basato proprio su quelle prove che eravamo stati noi della parte civile ad assicurare alla procura.

Ma non cerchiamo vendetta solo giustizia, ciò che conta è la sentenza di condanna".

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