Cronache

Delitto Ragusa, l'Appello: "Uccisa dal marito per motivi economici"

Con la separazione, ipotesi considerata da Roberta, Logli avrebbe dovuto cedere parte dell'attività di famiglia, l'autoscuola che gestiva con la moglie

Delitto Ragusa, l'Appello: "Uccisa dal marito per motivi economici"

Il delitto di Roberta Ragusa, la madre 45enne scomparsa da casa nel gennaio del 2012, ha un movente sostanzialmente economico.

Lo hanno stabilito i giudici della Corte d'Appello di Firenze, che lo scorso 14 maggio hanno condannato il marito della donna, Antonio Logli, a 20 anni per omicidio volontario e distruzione di cadavere. Ieri sono state depositate e rese pubbliche le motivazioni che hanno portato alla sentenza. Nelle 81 pagine di documenti, la Corte rivela che"gli interessi economici dei coniugi erano strettamente intrecciati e non facilmente districabili" e l'ipotesi della separazione, presa in considerazione da Roberta, "era avversata dal Logli che ne temeva i contraccolpi economici". Infatti, in caso di separazione, il marito avrebbe perso parte dell'attività commerciale di famiglia, l'autoscuola di cui era proprietario, insieme alla moglie Roberta.

Non un delitto passionale, quindi, quello consumatosi nella frazione di Gello, in provincia di Pisa, come era stato inizialmente supposto. Infatti, Logli aveva da tempo una relazione con Sara Calzolaio, la giovane dipendente dell'autoscuola ed ex baby sitter dei figli della coppia.

Secondo la Corte, "il diritto al silenzio" di Logli in tutta la fase processuale "non incide sulla assoluta assenza di alternative letture della vicenda", ma rappresenta semplicemente la rinuncia da parte sua a fornire la sua versione dei fatti. Inoltre, il mancato ritrovamento del corpo di Roberta impedisce di verificare con quale arma sia stata uccisa,"ma non esclude certo che l'omicidio si sia realizzato e a opera dell'imputato, anzi rafforza per quanto possibile il quadro indiziario".

Antonio Logli, nonostante la condanna a 20 anni, è ancora in liberrtà, lavora in Comune e vive nella sua casa di Gello, insieme ai figli, che credono nella sua innocenza.

Ora, i legali dell'uomo faranno ricorso in Cassazione, che metterà la parola fine al delitto Ragusa.

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