Cronache

La denuncia dei bengalesi: "Picchiano noi perché non reagiamo"

Uno dei leader della comunità del Bangladesh a Roma: "Con i nordafricani o con i nigeriani non lo fanno, noi bengalesi siamo buoni"

La denuncia dei bengalesi: "Picchiano noi perché non reagiamo"

Ci sarebbe un motivo ben preciso dietro l'aggressione contro un migrante bengalese da parte di un gruppo di giovanissimi, durante il finesettimana a Roma: gli immigrati di quella specifica comunità nazionale sarebbero particolarmente remissivi e inclini a non reagire anche alla violenza fisica.

A sostenerlo è proprio uno dei capi della comunità del Bangladesh a Roma, Siddique Nure Allam, per tutti Bachcu. "La verità è che siamo troppo buoni - ha dichiarato nelle ore drammatiche seguite all'aggressione - Noi, per indole, non reagiamo quasi mai, e non scappiamo nemmeno. Per questo i bengalesi sono sempre fra le vittime delle aggressioni, specialmente quelle razziste. Ma adesso è ora di finirla, cosa dobbiamo fare? Andare a picchiare chi ci minaccia e ci insulta."

"Sono vigliacchi perché se la prendono con chi non reagisce - prosegue Bachcu - Sanno bene che attaccare nigeriani o nordafricani non è così facile: allora sì che le prenderebbero. Ma da noi no, almeno non è successo ancora".

Certo, si tratta di una teoria tutta da verificare. Eppure a spulciare le cronache degli scorsi anni qualche conferma la si trova. Secondo un reportage del 2013 pubblicato da Repubblica a firma di Federica Angeli e Giuseppe Scarpa, proprio gli immigrati bengalesi sarebbero stati l'obiettivo perfetto per i pestaggi squadristi dell'ultradestra: scelti con cura perché "non reagiscono e non denunciano".

Un servizio che poi venne citato anche nel decreto di perquisizione dei carabinieri che accompagno, nel gennaio 2016, l'apertura delle indagini contro tredici persone indicate come vicine al circolo di Forza Nuova di via Lidia a Roma, indagate per ipotesi di reato fra cui delinquere finalizzata all’incitamento, alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali e poi minacce, lesioni e detenzione di armi da sparo. Anche in quel caso, nel mirino ci sarebbero stati proprio i bengalesi.

Scelti con cura perché non in grado di difendersi.

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