Cronache

Depressione post-partum, i segnali da non sottovalutare

La psicoterapeuta Marta Viappiani, commentando il caso della madre di Catania che ha ucciso il figlio neonato, spiega quali sono i campanelli d'allarme a cui prestare attenzione: "Osservare l'irritabilità e la qualità del sonno. Le donne, in questa fase, non vanno lasciate sole"

Depressione post-partum, i segnali da non sottovalutare

Lo avrebbe ucciso buttandolo a terra, quindici giorni fa. Ai medici del Pronto soccorso, in un primo momento, aveva raccontato che il figlio, un neonato di soli tre mesi, "si era fatto male cadendole accidentalmente dalle braccia" e che a provocare la caduta, secondo lei, era stata "una spinta che si era dato da solo". Oggi, la madre 26enne del piccolo è stata arrestata dalla polizia di Catania, con l'accusa di avere ammazzato il proprio bambino. Volontariamente. Perché quell'episodio, agli inquirenti, non è apparso come un fatto accidentale. Interrogata dai pm, la donna ha rivelato di avere avuto "la mente oscurata" e di non essere in grado di spiegare che cosa fosse accaduto. Perché la ragazza, quel figlio, non voleva ucciderlo: "Lo amavo".

Marta Viappiani, psicoterapeuta clinica a orientamento cognitivo comportamentale, non ha dubbi. E al Giornale.it spiega che "Il raptus non esiste" e che questi gesti "non si presentano così, all'improvviso".

Dotteressa Viappiani, perché non crede al raptus?

"Perché queste situazioni sono l'esito di circostanze più lunghe, che si sviluppano lentamente. Alla base possono esserci la depressione, un passato familiare difficile, l'abbandono del compagno o l'aver partorito un figlio non voluto, per esempio. Anche se non conosciamo il trascorso di questa ragazza, non è difficile immaginare che le cause possano essere tra queste"

Perché secondo lei la giovane ha dato una diversa versione dei fatti, all'inizio?

"Io credo che si tratti, come spesso succede in questi casi, della negazione della realtà, una sorta rifiuto. La negazione è un meccanismo di difesa, che può continuare negli anni e che, purtroppo, in moltissimi casi, porta al suicidio. Ed è per questo che l'attenzione verso le madri che compiono un atto di questo tipo, dopo, deve essere massima"

La giovane ai pm avrebbe detto di avere avuto "la mente oscurata" in quel momento. Che cosa significa?

"Credo che in questo caso si possa parlare di 'burn out', che funziona un po' come il cellulare quando si scarica: quando non ha più batteria si spegne, non importa cosa stia facendo. Probabilmente a questa ragazza potrebbe essere capitata una cosa molto simile"

Da che cosa dipende questo "spegnimento"?

"L'esaurimento psicofisico può essere conseguenza di molti fattori, come situazioni di stress, depressione e depressione post-partum. Io credo alla mamma quando dice che lo amava. Mi chiedo, invece, pur non colpevolizzando nessuno, come i familiari, o chi le stava attorno, non si siano accorti di niente"

Quali sono i segnali a cui bisogna prestare attenzione?

"Chi sta vicino a una persona in gravidanza dovrebbe accorgersi, per esempio, se la mamma mangia, se riesce a dormire a sufficienza di notte (l'insonnia è uno dei fattori scatenanti della sindrome da 'burn out), se è più irritabile e nervosa. Le donne non vanno lasciate sole"

Queste donne sono affette da malattie mentali?

"Circa i due terzi delle madri che compiono gesti di questo tipo non presentano patologie mentali, ma magari possono avere disturbi della personalità, provocati e acutizzati, a volte, da condizioni di vita stressanti, solitudine, povertà o precarietà"

Come si fa prevenzione?

"Prendendo in considerazione un percorso di psicoterapia, che dia consapevolezza e responsabilità all'evento legato alla gravidanza"

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