Cronache

Il desiderio di malvagità omicida dopo aver leccato i tacchi a spillo: così è morto Luca Varani

I particolari più perversi che hanno portato alla morte di Varani. Prato vestito da donna per convincere Foffo a fare sesso con un uomo. Poi le pratiche fetish e il raptus di follia. "Luca si dibatteva per rimanere in vita"

Il desiderio di malvagità omicida dopo aver leccato i tacchi a spillo: così è morto Luca Varani

Secondo Marco Prato, Manuel Foffo nega la sua omosessualità. E, per questo, accetta di avere rapporti sessuali con altri uomini solo se questi si travestono da donna. Ma quello che succede venerdì scorso va oltre qualsiasi perversione. La ricostruzione dei fatti è ancora frammentaria e contraddittoria, ma ne emerge un quadro di devastante violenza e di inumana depravazione. Stando alle carte degli inquirenti riportate dal Corriere della Sera, la scintilla dell'omicidio si accende in Foffo proprio durante un rapporto a tre con Luca Varani in cui interviene "dopo aver leccato i tacchi a spillo ed essersi fatto camminare sul corpo partecipando all’eccitazione sessuale".

"Manuel era come impazzito mi ha chiesto prima di versare un farmaco nel bicchiere di Luca e poi dopo che questo aveva cominciato a stare male mi ha chiesto di ucciderlo: 'Questo stronzo deve morire', urlava in preda a un improvviso e insensato odio e repulsione verso Varani". Stando alla deposizione di Prato, anche la ricerca di una vittima sarebbe nata per assecondare una fantasia di Manuel: "Voleva simulare uno stupro con un prostituto-maschio". Non avendo trovato nessuno girovagando in auto, i due chiamano Varani. "Ero infatuato di Manuel - continua Prato - ho cercato di assecondare la sua follia omicida, obbedendo in modo passivo alla sua richiesta di strozzarlo". Così Prato ha provato ad ammazzare Varani a mani nude. "Ma - ammette - senza riuscire a stringere in modo da ucciderlo. Luca pareva voler combattere per rimanere in vita". Ed è allora che sarebbe intervenuto Foffo. "In preda a una furia bestiale - dice Prato - inizia a colpirlo con il martello in testa, adirandosi sempre di più per non riuscire, nonostante tutti i colpi, a provocarne la morte e chiedendomi ripetutamente di aiutarlo".

La versione di Prato si discosta da quella di Foffo. "Non sono attratto dagli omosessuali e prima dell’arrivo di Luca, nei tre giorni trascorsi assieme - si difende - ho avuto con Marc solo un rapporto orale a causa dell’alcol e della droga che avevamo assunto". Ma non sa spiegare perché Prato si sia travestito da donna. Non solo. A suo dire, la genesi di uccidere qualcuno scaturisce da "un'idea delirante maturata già il giovedì durante l’uscita in macchina in cerca di una vittima che si sarebbe poi tacitamente concretizzata quasi come un accordo tra loro alla vista di Luca nella mattina di venerdì". Poi, per il resto, nulla coincide. Tutto è difforme. "Mi assumo le responsabilità dell'orrore - ribadisce Foffo, anche se sono stato io a coinvolgereLuca. E non è vero come dice lui che avevo l'idea fissa di violentare qualcuno. Mai pensato allo stupro di una persona". Secondo il Messaggero, l'unica preccupazione di Foffo ora è ribadire che non è gay. Assassino sì, omosessuale no. "Lo abbiamo davvero torturato - continua - chi doveva morire in quella circostanza eravamo sia io sia Marco, non Luca. Non c'è stato alcun motivo che mi ha portato a fare questa cosa. E comunque Prato ha detto bugie, ha raccontato tante falsità - insiste - io non sono omosessuale, ho le mie perversioni, ma non sono predatore sessuale, non sono uno stupratore"

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