Sgarbi quotidiani

Dietro la maschera del seduttore

Dietro la maschera del seduttore

L'amore vero va protetto, c'è impudicizia nel riferirne ad altri. Di ciò che si ama bisogna tacere. Didimo Chierico, creatura di Ugo Foscolo, reputava le donne «liberamente dotate dalla natura di compassione e di pudore». Due virtù che mi sono estranee, ma che profondamente ammiro e segretamente ricerco nei miei platonici desideri. Lo penso da sempre, e ho esibito la mia vita, tutta pubblica, in racconto, maschera, libertinaggio, divertimento, ironia sulla colonna sonora del Don Giovannidi Mozart: ingannando Elvire, seducendo Zerline, bastonando Masetti, incitando alla caccia Leporello. Così ho coltivato la mia leggenda di seduttore votato all'inferno, e ho incrociato nella mia vita vari convitati di pietra. Federico Zeri mi predisse una morte violenta, accoltellato da una donna gelosa. Ma un'altra parte di me nasconde e difende sentimenti profondi, muovendosi sull'onda musicale di Donizetti nell'Elisir d'amore, dove il giovane e semplice Nemorino vagheggia la capricciosa Adina. Entro di sé, e solo entro di sé, Nemorino canta: «Una furtiva lagrima / negli occhi suoi spuntò: / Quelle festose giovani / invidiar sembrò. / Che più cercando io vò? / M'ama! Sì, m'ama, lo vedo. / Un solo istante i palpiti /del suo bel cor sentir! / I miei sospir, confondere / per poco a' suoi sospir! / I palpiti, i palpiti sentir, / confondere i miei co' suoi sospir!».

A madamina Sabrina dico: non confonderti nel catalogo di Leporello.

Tu sei Adina.

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