Cronache

Quella difesa di Asia Argento firmata Marco Travaglio

Travaglio: " Stento a capire l'equazione Harvey Weinstein-Asia Argento”. Per il direttore "di solito pagare il silenzio di un accusatore significa ammettere il torto". Ma non stavolta

Quella difesa di Asia Argento firmata Marco Travaglio

Per MarcoTravaglio Asia Argento è da difendere. Quasi a spada tratta. Il direttore del Fatto Quotidiano stenta a capire “l'equazione Harvey Weinstein-Asia Argento” che alcuni si sono spinti a ipotizzare. E così verga un lungo corsivo per spiegare come mai le denunce di Jimmy Bennet non sono paragonabili a quelle di #MeToo o, per dire, a quelle delle ragazze che accusavano Fausto Brizzi.

In realtà i casi Weinstein, Brizzi e Argento in comune dovrebbero avere una cosa: che senza condanne è prematuro emettere sentenze. Sempre. Dovrebbe valere per (l’ex) ricco produttore così come per il regista romano. E, ovviamente, per Asia Argento.

Travaglio però crede ci siano delle differenze. Weinstein è una di quelle persone che “a chi fa l'attore conviene averlo amico e soprattutto non averlo nemico” mentre in fondo Asia nient’altro è che "un'attrice che ha fatto anche la regista di piccoli film”. Tradotto: mentre Weinstein è accusato da diverse star “non certo bisognose di pubblicità” di “una miriade di ricatti sessuali sistematici e seriali” (cit: "O me la dai o non lavori"), Bennet è solo un “attorino in disarmo” che fa accuse “tardive”.

Il fatto (ma questo Travaglio lo cita solo di striscio) è che pure le accuse delle varie #MeToo è stato, nella stragrande maggioranza dei casi, molto tardivo. Compresa quella della Argento. E anche chi mise alla sbarra Brizzi si ridestò dopo molto tempo, tanto che in un caso la procura non ha neppure potuto procedere all’incriminazione.

Ed è vero che mentre Weinstein è stato denunciato, e affronterà un processo, per la Argento non dovrebbero aprirsi neppure le indagini. Ma resta il fatto che – se le accuse fossero confermate, così come sembra emergere dagli sms diffusi da Tmz – Asia potrebbe aver fatto sesso con un minorenne. E questo in California è reato. Ma per Travaglio questo "moralmente" non è un problema. Chiaro, no?

Il direttore nella sua difesa di Asia arriva a dire che mentre “di solito pagare il silenzio di un accusatore significa ammettere il torto”, questo non vale solo per lei. La ottima Argento. “Intanto c'è la condanna mediatica - scrive proprio il direttore (!) - poi fra qualche anno, quando il danno sarà fatto, magari si scoprirà che erano tutte calunnie”.

Per Travaglio le ipotesi sono tre. “Asia ha fatto sesso con Bennett consenziente: penalmente, sarebbe illecito in America (…), ma non procedibile senza la querela, evitata con quell'assegno”. Bene. Ma come la mettiamo col fatto che la paladina del MeToo, che invitava tutte a denunciare, abbia alla fine dato il benestare a tenere nascosta una faccenda simile? Per Travaglio “moralmente, nulla di male, a parte la bugia raccontata l'altroieri”. Ovvero il fatto che, mentre la Argento in una nota ha detto di non voler mai fatto sesso con Bennet, gli sms pubblicati da Tmz paiono smentirla.

Seconda ipotesi. “Asia ha fatto sesso con Bennett non consenziente: condotta illegale e immorale, anche se resterebbe da spiegare come faccia una donna con quel fisico da colibrì a violentare un giovanotto di 17 anni e passa”. Anche fosse successo, dice Travaglio, "nulla di paragonabile a Weinstein, visto che l'eventuale carriera attoriale di Bennett non dipendeva certo da lei”. Eppure Bennet (ma che ha fatto di male “l’attorino” al direttore?) sostiene che quell’atto sessuale gli abbia provocato dei disturbi.

Terza ipotesi, quella che – tra le righe – Travaglio sembra prediligere.

“Asia è rimasta vittima di un'estorsione fondata su una calunnia e ha pagato Jimmy per evitare lo sputtanamento di un'accusa falsa, ma impossibile da smontare su due piedi, in mancanza di prove oggettive”.

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