Cronache

Don Aniello attacca: "Saviano illude giovani, Gomorra li rovina"

Il religioso si scaglia contro la serie tv Gomorra, il suo messaggio fuorviante e la distorsione dei valori connessa: "C’è solo il Male reso un modello. Saviano illude i ragazzi, mentre a loro servono soluzioni e soldi"

Don Aniello attacca: "Saviano illude giovani, Gomorra li rovina"

Don Aniello Manganiello, parroco di Santa Maria della Provvidenza a Scampia (Napoli) dal 1994 al 2010, si scaglia ancora contro la serie televisiva "Gomorra" e la evidente distorsione dei valori in essa rappresentati, un'occasione per arricchire di un nuovo capitolo la querelle con lo scrittore Roberto Saviano.

Il religioso, da sempre personaggio noto per essere in prima linea nella lotta ai camorristi e nel disperato tentativo di recuperare e togliere dalla strada i giovani che vivono in quelle zone disagiate e problematiche della città partenopea, esprime la propria opinione in un'intervista rilasciata a Libero.

Parole chiare e sicuramente non travisabili su quella che è divenuta in breve una serie cult in televisione, ma che tra le righe trasmette messaggi fuorvianti. È netta, infatti, la distanza tra il mondo della fiction e quello reale, e la prova è ciò che Don Aniello ha vissuto sulla propria pelle nel quartiere, non attraverso le pagine di un racconto."Esiste un’umanità segnata dalla prevaricazione della camorra. Io l’ho vista, l’ho vissuta con la carne, con il cuore e con la fede. La camorra ammorba. Nessuno a Scampia è un uomo libero. La camorra entra in ogni comportamento, avvelena ogni relazione e inquina tutto", dice il religioso, come riportato da "Il Secolod'Italia".

"Gomorra rischia di far apparire eroi i criminali. Non raffigura il Bene che lotta contro il Male, c’è solo il Male reso un modello", attacca ancora l'ex parroco, "Saviano illude i ragazzi, mentre a loro servono soluzioni e soldi".

E Saviano stesso resta un obiettivo dell'invettiva di don Aniello, che in più di un'occasione aveva già invitato lo scrittore a visitare il quartiere ed a vivere in prima persona quelle situazioni drammatiche. "Non so se Saviano sia passato qualche volta per Scampia. Certamente non ha trascorso nemmeno una intera giornata in questi luoghi, altrimenti ci saremmo incontrati o almeno i miei parrocchiani me lo avrebbero riferito", disse in un'intervista rilasciata al "Tempo".

"Lo scrittore simbolo dell’anticamorra lo hanno visto soltanto in tv. Ciò significa che si può scrivere di camorra senza conoscere concretamente il fenomeno. Bastano le carte passate da avvocati e magistrati da cui ricavare storie per editori modaioli e reti tv in cerca di nuovi mercati", aggiunse.

I problemi reali del quartiere sono altri, il modello proposto dallo scrittore è diseducativo e le vie da percorrere per migliorare le condizioni degli abitanti sono ben distanti da quelle poco concrete sostenute da Saviano. "Quando i camorristi mi chiedono di organizzare il futuro dei figli per evitare che facciano la loro stessa fine, io non mando quei ragazzi ai cortei anticamorra. Nè propongo loro i sermoni di Saviano. Io devo trovare soluzioni e soldi: per farli mangiare, per impedire che le ragazze vadano ad abortire, per comprare i pannolini e pagare le bollette. Ma è difficile trovare soldi per gli ultimi", lamenta don Aniello.

"Il quartiere è povero, non esiste borghesia e il denaro sono costretto a cercarlo all’esterno. Se propongo a un giovane di gettare la pistola, non posso promettere solo il Paradiso, ma devo dare innanzitutto il pane. Pane e Vangelo. Non si può parlare di Dio a chi ha la pancia vuota. Nessuno crederebbe", aggiunge ancora, scagliandosi nuovamente contro Gomorra.

"Si rovinano intere generazioni, che sognaranno di divantare come i boss dei quartieri napoletani".

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