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Monti, Letta, Renzi: ecco chi ci ha rovinato

È ufficiale: la produzione industriale ha smesso di crescere dopo il governo Berlusconi

Monti, Letta, Renzi: ecco chi ci ha rovinato

La sospensione della democrazia in Italia alla fine del 2011, a opera del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha sostituito il governo Berlusconi, eletto dal popolo con quello di Mario Monti mai eletto da nessuno, sino a Renzi, anche lui non eletto a livello nazionale, ha coinciso con il crollo della nostra economia. Lo dimostrano i dati diffusi da Eurostat, l'ufficio statistico europeo, sulla produzione industriale nell'Unione europea negli ultimi cinque anni. R

ispetto al 2010 la produzione industriale italiana è crollata dello 8,7%, ma poiché nel 2011 in Italia vi era stato un aumento dello 1,2% il calo dal 2012 sino a ora è il 9,9% , sicché siamo la pecora nera di Europa, salvo la Grecia. In Italia sono crollati sia energia, che beni di consumo, beni intermedi e beni strumentali. Nella media europea, invece il solo settore crollato è quello delle produzioni energetiche. I beni intermedi sono scesi solo dello 0,3 a fronte di un aumento di 0,5 dei beni di consumo e di 8,5 di quelli strumentali. A parte l'energia, ove nella media europea è diminuita la produzione perché la domanda è stata influenzata dal risparmio energetico mentre si è ridotta la lavorazione di prodotti petroliferi da esportare, in Europa, in media, la produzione industriale nei cinque anni è nel complesso aumentata.

In Italia c'è un crollo, rispetto a cui il lieve recupero del 2015 dovuto al pompaggio di denaro da parte della Bce, è stato così piccolo che, in confronto al 2011 siamo ancora indietro del 10%. Se non fosse stata sospesa la democrazia, non ci sarebbe stata la stangata sull'edilizia, che ha fatto crollare la produzione e l'occupazione nel settore delle costruzioni e in quelli a monte e a valle. L'esonero prima casa dall'anno prossimo è tardivo e poca cosa, perché le aliquote sulle seconde case e sull'edilizia commerciale sono molto pesanti, mentre il patrimonio edilizio storico e artistico residenziale e di servizi ha perso gran parte dei precedenti benefici fiscali. Se non fosse stata sospesa la democrazia, si sarebbero fatte più spese di investimento private perché le banche non sarebbero oberate dalle sofferenze causate dalla crisi del mattone e gravate dalla perdita di valore delle loro garanzie immobiliari. Ci sarebbero stati più investimenti pubblici perché non sarebbe stata cestinata la legge obiettivo berlusconiana che li snelliva. Ci sarebbe stato il contratto di lavoro aziendale, basato sul merito e la produttività che è stato bloccato. Potrei continuare. Ma il nesso fra i due fenomeni è chiaro.

Il certificato ora non viene dal Giornale che da anni lo sostiene, ma da Eurostat.

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