Cronache

Entrare nelle fabbriche per capire che cosa mangiamo

Iniziativa di Federalimentare per rendere accessibili gli stabilimenti ai consumatori. Essere informati è il primo passo verso una sana alimentazione

Entrare nelle fabbriche per capire che cosa mangiamo

L'industria alimentare è uno dei settori di punta della nostra struttura produttiva e una delle più apprezzate espressioni dell'Italia nel mondo. Ha beneficianto in questi anni del rapporto sempre più vivo e consapevole da parte delle persone con il cibo, e ha aumentato la consapevolezza che nella qualità, nell'informazione e nella trasparenza risiedono i principi fondamentali per un corretto rapporto con il consumatore. Su queste basi, anche quest'anno Federalimentale – la federazione di Confindustria che riunisce le aziende del settore – ha lanciato il progrfamma 2017 di fabbriche aperte, chiamata appunto “Apertamente”, che è stata avviata proprio in questi giorni. Ma a differenza dei precedenti otto anni non si tratta di un'iniziativa concentrata in pochi giorni di visite: quest'anno l'organizzazione ha voluto un calendario (anch'esso) aperto, così che il pubblico possa visitare in qualunque momento dell'anno le fabbriche di proprio interesse.

È un passo avanti notevole in termini di rapporto tra produttore e consumatore. Del resto gli italiani nei confronti del cibo sono descritti come “appassionati ed esigenti”: temono le frodi, leggono sempre più attentamente l’etichetta e attribuiscono valore non solo agli alimenti in quanto tali, ma anche al mondo in cui sono prodotti. I numeri elaborati dal Censis dicono che a orientare le scelte dei consumatori c'è la “reputazione” del marchio che per 3 italiani su 10 è più importante del prezzo. E poi la sicurezza e la salubrità di quanto acquistato: il 56,4% dei consumatori legge costantemente le etichette dei cibi , il 71,4% degli italiani è attento sui temi della sicurezza degli alimenti; il 40% si informa sul cibo perché sente parlare sempre più spesso di prodotti alimentari contraffatti e poco sicuri; il 24% lo fa perché vuole essere certo di acquistare prodotti più sicuri.

“L’Italia – dice Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare – vanta un’industria alimentare prima in Europa per severità e numero di controlli di processo di prodotto e per garantire che i cibi che i consumatori portano a tavola siano sempre più sicuri. Il settore agroalimentare investe ogni giorno risorse umane e finanziarie per ricerca e sviluppo”. Il 2% del fatturato annuo, circa 2,6 miliardi di euro, è utilizzato per garantire la sicurezza alimentare e gli standard di qualità dei prodotti. Inoltre su un totale di 385 mila occupati, ben 85 mila persone sono impiegate in attività di analisi, controllo sicurezza e qualità e sono almeno 2,8 milioni le analisi di autocontrollo compiute al giorno. “Con Apertamente accompagniamo il consumatore dentro a un settore che sta facendo grande il Made in Italy nel mondo” dice Scordamaglia, sottolineando che l’industria agroalimentare è il secondo settore manifatturiero italiano con 132 miliardi di fatturato annuo.

Gli stabilimenti aperti al pubblico – con iscrizione sul web o con richieste di appuntamento – sono parecchie decine in tutta la Penisola e altri continuano ad allungare la lista. A Milano va segnalata la Branca, storia produttrice del Fernet, a Inuno Olona la Birra Carlsberg, che ha sede nell'antico stabilimento Poretti. Sempre tra le fabbriche di birra, è visitabile la Heineken di Comun Nuovo a Bergamo che è il sito produttivo di birra più grande d’Italia. Poi la Ferrero, con i suoi insediamenti storici ad Alba, la Martini&Rossi, l’azienda Emilio Mauri, emblema della tradizione casearia italiana, con uno stabilimento unico al mondo perché costruito all’interno delle grotte naturali della Valsassina; e poi Masi Agricola, produttore leader di Amarone in Valpolicella, lo stabilimento della Coca-Cola Sibeg in Sicilia. Ma anche la Centrale del Latte di Roma, lo stabilimento della pasta Divella, le fabbriche del gruppo Inalca (Cremonini).

Di tanti prodotti che arrivano sulle tavole delle famiglie tutti possono dunque vedere e capire “com'è fatto”.

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