Cronache

"Eravamo già partiti per casa. Mi hanno costretto a tornare indietro"

Giampiero è sopravvissuto per miracolo. Ma sua moglie e i due figli sono ancora sotto la neve. Era partito ma lo hanno costretto a tornare indietro. Poi il disastro

"Eravamo già partiti per casa. Mi hanno costretto a tornare indietro"

Giampiero Parete è vivo per miracolo, anche se al momento è solo. I suoi due bambini e la moglie sono ancora dispersi dopo che una valanga ha travolto l'hotel di di Rigopiano. Ora è accudito dagli infermieri dell'ospedale Santo Spirito di Pescara, città dove lavora come cuoco. In quell'hotel era andato in vacanza per festeggiare per due giorni il compleanno della bimba di sei anni e quello imminente della moglie, Adriana, infermiera alla clinica privata De Cesaris.

Mentre la slavina scendeva lungo la parete della montagna Giampiero era in auto a prendere una medicina per la moglie. Una fatalità lo vuole vivo. Eppure ora si tormenta perché se lo avessero fatto partire adesso sarebbe al caldo con tutta la sua famiglia e non in ospedale a sperare che "dopo cena mi portino delle buone notizie". A raccontare al Corriere questo "retroscena" è il padre di Giampiero, Gino: "Era già partito, capisce? - dice l'uomo - Stavano già in macchina. Anche se restavano bloccati per strada, non saremmo qui. E invece li hanno fatti tornare indietro". I bambini avevano già pranzato alle 12.30 e i bagagli Adriana e Giampiero li avevano già caricati in macchina. "Sabato la mia bimba ha compiuto 6 anni, la prossima settimana tocca a mia moglie - racconta al Corriere Giampiero - Abbiamo già fatto una bella festa in un ristorante di Montesilvano. Ma la piccola voleva vedere la neve. Siamo stati già due volte al Rigopiano. Io non dovevo lavorare, e i bambini non avevano ancora fatto assenze, quindi potevamo fargli saltare tre giorni. Così abbiamo preso una tariffa scontata infrasettimanale e siamo andati".

Giampiero Parete, 38 anni, è cuoco a Pescara nel ristorante di Quintino Marcella, l'uomo che ha chiamato nel momento del bisogno per chiedere i soccorsi. Che però hanno tardato ad arriv are. Sarebbe bastatp uno spazzaneve, tutti gli ospiti dell'hotel infatti volevano tornare indietro a casa per mettersi al sicuro. "Abbiamo acceso i motori, eravamo noi e altre due famiglie in colonna. All’imbocco della rampa ci ha raggiunto la signora delle reception, tutta imbacuccata: ma dove andate, la strada sotto è un muro di neve, rientrate, che chiamiamo lo spazzaneve". Un consiglio fatale che Giampero in buona fede ha ascoltato. "Ho telefonato, mandato sms. Poi il prefetto mi ha detto: stiamo arrivando". Poco prima che la valanga travolgesse l'hotel i bambini e la donna stavano giocando sul patio, poi Veronica si è sentita male ed è tornata dentro mentre Giampietro è andato a prenderle la medicina in auto. Il momento del disastro. "C’erano gli alberi che scricchiolavano, come se si stessero torcendo. Poi è arrivato un vento ancora più forte, ma strano. E poi ho sentito come se stessero scuotendo la montagna".

La valanga non l'ha travolto, ma ha sotterrato i suoi cari. "Mi sono alzato - racconta al Corriere - ero intontito e sperduto. Non capivo più dove fosse l’albergo, non lo vedevo. Ho chiamato i bambini per nome. Poi ho visto la macchina e ho sentito qualcuno che gridava". Così lui e Fabio Salzetta, il manutentore si sono messi in macchina e honno iniziato a chiamare i soccorsi. Giampiero si affida al suo capo, Quintinio. Il cellulare non prende bene, così attende.

Fino al giorno dopo quando arrivano a salvarli dall'ipotermia.

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