Cronache

Espulso l'afghano che viaggiava legato sotto un tir

Era diretto in Francia e ha rifiutato l'asilo politico in Italia

Espulso l'afghano che viaggiava legato sotto un tir

È stato espulso il ragazzo di 18 anni proveniente dall'Afghanistan che ieri mattina viaggiava in autostrada, ma legato sotto un tir. Il suo obiettivo era arrivare in Francia e ha rifiutato l'asilo politico offertogli dall'Italia. “Sono partito da solo dalla Grecia alla volta dell'Italia, ma non voglio restare qui”, sono state le prime parole che il ragazzo ha dichiarato a Sky Tg24.

Una vera e propria odissea per il giovane che ha ricordato Ulisse legato sotto una pecora per sfuggire a Polifemo anche se il suo, in realtà, era solo un voler abbattere il costo di un viaggio lungo tutta l'Italia, senza pensare al pericolo di una così scomoda posizione.Il ragazzo afgano è stato visto ieri per caso da alcuni automobilisti sull'autostrada A1 tra Napoli e Roma in direzione nord.

Ad intervenire sono stati gli agenti della polizia stradale di Frosinone che hanno fermato il tir all'altezza di Ferentino trovando il ragazzo stremato da un viaggio lungo già 400 chilometri. Ma, come ha dichiarato lui stesso, “quello che ho vissuto nella mia vita è stato molto più pericoloso di questo”. Il giovane profugo dopo essere stato slegato è stato subito portato nell'ospedale più vicino, quello di Frosinone, per accertamenti sanitari. Adesso è in una struttura della Caritas a Ceccano nella Ciociaria, come si legge sul Corriere.it. I poliziotti hanno proceduto all'ispezione del mezzo, verificando che non ci fossero altri immigrati in viaggio clandestinamente. Sono ancora in corso gli accertamenti sulle responsabilità dei due conducenti del tir, due uomini provenienti dalla Bulgaria. Da chiarire se fossero a conoscenza del terzo 'passeggero' o se questi avesse approfittato di una sosta dell'autotreno per mettere in atto il suo piano.


Il ragazzo, intanto, ha sette giorni di tempo per abbandonare l'Italia con la notifica di espulsione che è stata emessa e dovrà tornare nel suo paese. Ma accantonerà davvero, dopo questa esperienza, il sogno di “una vita sicura, in un mondo senza pericoli” come ha dichiarato ieri?

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