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Facce di Bronzi

Facce di Bronzi

Come un poliziotto, seguendo alcuni fondati indizi, Silvia Mazza accusa la commissione, costituita dal presidente Giuliano Volpe e dai membri Bonomo, De Caro e Zanardi, di aver mentito, condizionati da ragioni politiche, rispondendo all'interrogativo del ministro Franceschini sulla trasportabilità dei Bronzi di Riace «senza pregiudizio alcuno per la loro integrità e conservazione» (inclusi evidentemente anche terremoti e bombe atomiche coreane), in occasione dell'Expo di Milano. L'insensato diniego non impedì lo spostamento di altri importantissimi Bronzi in condizioni certamente precarie, per la mostra «Potere e Pathos» a Palazzo Strozzi a Firenze.

Mi scrive ora Silvia Mazza: «Lei aveva ragione. Che quella commissione fosse un bluff sembrano confermarlo i fatti che stanno emergendo: su quali basi si arrivò ad esprimere quel parere? Perché, benché si disse che fu fondato solo su dati tecnico-scientifici, oggi sappiamo che la commissione, riunitasi nelle due sedute del 17 settembre e 2 ottobre 2014, non poteva disporre di una parte della documentazione, quella cioè relativa alle condizioni micro-climatiche interne alle statue e alla loro situazione meccanica, dal momento che l'impianto di monitoraggio non era in grado di fornire questi dati, essendo stato disattivato dal 22 dicembre 2013».

Che dire di quei bugiardi traditori? Che non agissero per influenzare le elezioni regionali del 2014 in Calabria, vinte dal centrosinistra?

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