Cronache

Fallimento della Deiulemar, durante la perquisizione un malore stronca l'ex ad

È morto Michele Iuliano, l’88enne ex ad della Deiulemar. Quasi 13mila risparmiatori avevano investito 720 milioni di euro nella compagnia di navigazione

Fallimento della Deiulemar, durante la perquisizione un malore stronca l'ex ad

Prima il blitz delle Fiamme Gialle, poi il malore che stronca Michele Iuliano, l’88enne ex amministratore unico della Deiulemar compagnia di navigazione Spa. La società armatoriale è stata dichiarata "fallita" settimana scorsa dal tribunale di Torre Annunziata (in provincia di Napoli).

Il "capitano", come veniva chiamato Iuliano, è deceduto proprio mentre era in corso una perquisizione della Guardia di Finanza all’interno della villa di famiglia, in via Tirone a Torre del Greco. Secondo quanto una prima ricostruzione dei fatti, il comandante stava assistendo al lavoro delle Fiamme Gialle quando si è accasciato su una sedia ed è morto. Negli ultimi mesi Iuliano era apparso molto provato dalla vicenda giudiziaria che aveva preso di mira la compagnia di navigazione per cui, quasi 13mila risparmiatori, avevano investito oltre 720 milioni di euro.

Il fallimento della società ha gettato nel panico i cittadini torresi scatenando anche proteste e manifestazioni di dissenso. Proprio agli azionisti, Iuliano aveva scritto una lunga lettera in cui garantiva che sarebbero stati rimborsati di tutti i capitali che avevano versato nelle casse della compagnia. Il comandante era stato uno dei fondatori della Deiulemar insieme a Giovanni Della Gatta e Giuseppe Lembo.

La prima nave, la "Gina Iuliano", era stata acquistata nel 1970. Da allora, nel giro di pochi anni, la compagnia ha riscosso grandi successi riuscendo a trasportare carichi nazionali e internazionali. Poi, subito dopo il 2000, il lento declino fino al fallimento dell’inizio di maggio scorso quando il giudice oplontino ha accolto l’istanza presentata da sette creditori, bocciando la proposta di concordato, con rimborso dei crediti al 52 per cento, avanzata dall’amministratore della società lo scorso 18 aprile.

Al tempo stesso, il presidente della sezione fallimentare del tribunale oplontino, Massimo Palascandolo, e gli altri componenti del collegio avevano nominato una cautela fallimentare composta da tre professionisti.

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