Cronache

Il fallimento dello Stato Un paese chiude per l'elicottero del capo clan

Matrimoni e funerali. Be', in fondo, l'occasione è sempre buona. Basta cambiare faccia, magari abito e tono della voce. Sorrisi o lacrime. Il rito è questo, o tale dovrebbe essere. Possibilmente con un po' di discrezione. Nell'Italia delle mille «cupole», però, il protocollo non sempre funziona così.

Casamonica, il re degli zingari sepolto a Roma lo scorso anno con una cerimonia degna di un Papa, docet. Così come accaduto mille volte nel secolo passato e presente: il lutto o il piacere di boss e «amici», nel nostro Bel paese dove la legalità sembra sempre più un'opinione, va condiviso. O meglio, ostentato, esibito, meglio se con lo sfarzo. Ma inchini di Madonne e portantini, genuflessioni sotto i davanzali di potenti in odor di mafia, aerei svolazzanti gonfi di (...)

(...) rose piuttosto che crisantemi, non possono considerarsi semplice folclore.

Eppure la storia si ripete. Continua e non cambia. Resta lo scandalo di una cronaca che deve raccontare un'Italia immutabile.

L'ennesima storia l'ha svela un giornale calabrese, il Vibonese e risale a pochi giorni fa.

Scenario Nicotera, un terrazzo sul mare abitato da poco più di seimila anime, provincia di Vibo Valentia. Un borgo dove fatica a passare un camion dei vigili del fuoco, ma dove qualcuno ha concesso a una giovane coppia di sposi di atterrare in elicottero in pieno centro. Il velivolo della Rototech con a bordo Nino e Aurora, mercoledì si è posato proprio sulla «rosa dei venti», in piazza Castello, davanti a un centinaio di persone, gli invitati al lussuoso banchetto nuziale. La zona transennata, bloccata a residenti e comuni mortali. Viene da chiedersi a quale titolo. Certo è che Nino e Aurora, avessero deciso di celebrare l'unione appena suggellata con un giretto in un elicottero che si è alzato in volo in pieno centro abitato.

Il velivolo li attendeva appena dietro la chiesa in cui avevano proferito il dolce «sì» per poi riportarli sulla stessa piazza dopo una gita di un'oretta.

Certo, nozze da favola, una scenario da «Mille e una notte» se non fosse che qualche regola sembra sia stata violata. La Procura di Vibo ha aperto un'inchiesta, almeno per capire come mai un elicottero abbia potuto violare ogni regolamento, atterrando e decollando più volte in pieno centro abitato. Ma soprattutto se e in che misura abbiano pesato le parentele della coppia. Operaio trentunenne, il novello sposo, al secolo Antonio Gallone, ha alle spalle qualche denuncia, una per essere stato sorpreso nel 2011 a innaffiare una piantagione di cannabis. Soprattutto, lo spavaldo ed evidentemente benestante operaio, sarebbe nipote dei potentissimi Mancuso, cioè il clan 'ndranghetista che storicamente governa la zona. Sulla vicenda, more solito, adesso si gioca al rimpiattino. Il sindaco Franco Pagano - almeno stando a dichiarazioni rilasciate a organi di stampa locali - sostiene di non sapere nulla e di non avere firmato nessuna autorizzazione per bloccare il centro storico. La polizia municipale, fa altrettanto. Defilandosi da ogni responsabilità e sostenendo di essere all'oscuro di tutto. La ditta che ha fornito il catering, però, assicura di avere fatto regolare richiesta alle autorità per potere organizzare la cerimonia sull'affaccio di largo Roberto il Guiscardo, un posticino da dove si possono ammirare le Eolie. A proposito: il comune di Nicotera è stato sciolto per mafia due volte nell'ultimo decennio.

Andrea Acquarone

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