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In mano a Cadorna aspettando Diaz

Siamo guidati da incapaci

In mano a Cadorna aspettando Diaz

Di Maio dice che lui se ne frega dell'Europa che ha bocciato la nostra manovra e dello spread che rimane alto, a ballare attorno a quota trecento. Ne ha facoltà, ma il problema è che anche l'Europa e lo spread pensano altrettanto di lui e che nel mezzo della contesa ci siamo noi cittadini, con i nostri risparmi e i nostri mutui, e gli imprenditori con la loro necessità di acquistare denaro a un prezzo conveniente. Il problema è poi che nel mezzo ci sono pure le nostre banche, i cui forzieri sono zeppi di titoli di Stato che giorno dopo giorno perdono valore. Uno è libero di pensare, con qualche ragione, che le banche non meritano nulla e quindi falliscano pure. Giusto, ma i nostri soldi sono custoditi e investiti dalle banche. E se una di esse va in difficoltà, a pagare sono innanzitutto - come dimostra il caso Etruria - i correntisti, gli obbligazionisti e i piccoli investitori, cioè noi, che rimarremmo in bolletta.

Che piaccia o no, il sistema funziona esattamente così, comunque la si pensi: presunti buoni e presunti cattivi sono indissolubilmente legati da un destino comune e questa strana guerra non prevede vinti e vincitori ma solo tutti vinti o tutti vincitori. Quando Di Maio quindi dice «me ne frego di Europa e spread», in realtà sta dicendo che se ne frega degli italiani, compresi i suoi elettori. Mi sembra come il generale Cadorna, comandante in capo del nostro esercito durante la Prima guerra mondiale, che al grido di «prima l'Italia!» o giù di lì, mandò centinaia di migliaia di ragazzi innocenti a inconsapevoli a morire solo per l'orgoglio personale di conquistare qualche metro di fronte al nemico. Fu una stupida e sadica carneficina, che infatti produsse Caporetto. E bisognò attendere che il re sostituisse Cadorna con Diaz per ritrovare lucidità di scelte e la vittoria.

Anche a noi l'Europa così com'è non piace, ma non vogliamo per questo subire la mattanza che toccò ai «ragazzi del '99» per l'incapacità e il cinismo dei loro comandanti. Se continua così, se la mitraglia dello spread continuerà a falciare i nostri risparmi e le nostre banche, mi auguro che «re» Mattarella fermi la follia egocentrica di Di Maio-Cadorna.

Non farlo sarebbe tradire la Costituzione, che richiama in ogni articolo la difesa dei cittadini, non di un leader e del suo partito.

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