Cronache

Firenze, studentessa accusa il carabiniere "Ho detto no e mi ha stuprata"

Dopo l'udienza nel processo per i presunti stupri dei due carabinieri sulle due studentesse americane a Firenze, adesso una delle due rompe il silenzio

Firenze, studentessa accusa il carabiniere "Ho detto no e mi ha stuprata"

Dopo l'incidente probatorio per i presunti stupri dei due carabinieri sulle due studentesse americane a Firenze, adesso una delle due rompe il silenzio. In un'intervista a Porta a Porta pubblicata da ilGiorno, Mary ha deciso di raccontare quanto accaduto in quella notte.

Si parte dal passaggio rimediato in discoteca. Giunti davanti al portone di ingresso del palazzo la ragazza spiega come i due militari abbiano insistito per entrare: "Abbiamo detto 'grazie per il passaggio', aperto la porta e loro hanno offerto di continuare ad aiutarci", spiega la ragazza a Bruno Vespa. Poi qualcosa va nel verso sbagliato: "Dopo aver detto 'grazie mille' abbiamo cercato di andarcene per conto nostro". Poi la studentessa spiega come è avvenuto il contatto fisico col carabiniere: "Mi ha chiesto un bacio, io ho risposto di no, ma lui l'ha fatto lo stesso. Questo è accaduto fuori dalla porta dell'appartamento". Poi afferma che la violenza si sarebbe consumata sul pianerottolo di casa. La studentessa aggiunge inoltre che per rientrare a casa ci sono voluti circa 20 minuti. Poi l'incontro con l'altra ragazza: "L'ho scaraventata a terra sul pavimento dell'appartamento. Piangeva. L'ho afferrata e l'ho trascinata dentro". Poi il silenzio. "I carabinieri non hanno avuto il tempo di dire nulla. Io sono scappata prima che loro potessero dire qualcosa". A quel punto viene dato l'allarme: "Sono andata dalle mie amiche e ho chiamato mio padre. Gli ho raccontato di essere stata aggredita da un poliziotto. Lui mi ha detto di stare calma e di chiedere aiuto". Dentro l'appartamento c'erano anche le amiche delle due ragazze e probabilmente sono state loro ad avvertire la polizia: "Non ricordo se a chiamare gli agenti sono state le mie amiche o la scuola". Poi il racconto ai poliziotti di quanto accaduto. Infine la studentessa spiega di voler tornare comunque in Italia: "Amo questo Paese. Non me la prendo con l’Italia per quello che mi è successo, e sicuramente tornerò.

Non appena sarà fatta giustizia".

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