Cronache

Frane e allagamenti a Parma: opera bloccata dai tagli di Monti

La Provincia scrisse al governo Renzi: "Siamo in condizioni disperate". Nessuno rispose. I 16 milioni stanziati per realizzare la cassa di espansione del Baganza tagliati da Monti

Frane e allagamenti a Parma: opera bloccata dai tagli di Monti

Il governo sapeva, ma non ha mosso un dito. "Oggi siamo in condizioni disperate, solo dall’inizio dell’anno abbiamo 18 milioni di euro di danni sulle strade a cui non possiamo fare fronte e l’intero territorio conta decine e decine di milioni di danni inflitti da eventi climatici e dissesti". In una lettera, inviata lo scorso 4 agosto ai ministri Maurizio Lupi, Maria Elena Boschi e Gian Luca Galletti e al coordinatore della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico Erasmo D’Angelis, l'allora assessore provinciale di Parma ai Trasporti Andrea Fellini ha denunciato la situazione di emergenza. Nessuno ha risposto. Eppure le colpe dell'ennesimo allagamento mal gestito vanno ricercate proprio a Roma. Perché se la cassa di espansione del torrente Baganza, che lunedì è esondato allagando Parma, non è stata fatta è perché il governo Monti ha deciso i tagli che hanno bloccato la realizzazione dell'opera.

Il 2 aprile 2011 gli enti locali hanno firmato, con l'assessore regionale alla Protezione civile e i tecnici Aipo, un accordo per realizzare la cassa di espansione del Baganza. Il protocollo metteva a disposizione 16 milioni di euro che sarebbero dovuti arrivare dal ministero dell’Ambiente, dalla Regione Emilia Romagna, dall'Aipo e in parte anche dai comuni interessati. I lavori sarebbero, quindi, dovuti partire nel 2012. Di quell’opera però non è stato realizzato nulla. I tagli decisi dal governo guidato dall'allora premier Mario Monti hanno, infatti, paralizzato l’opera che avrebbe probabilmente preservato la città dal disastro. Pagare i danni oggi verrà a costare più dei preventivi di prevenzione.

Anche il governo Renzi ha le sue colpe. "Nei mesi scorsi avevo inviato più volte delle lettere al ministero dell’ambiente per fare presente la situazione di grande criticità del territorio parmense - ha spiegato Fellini - tra frane e dissesto idrogeologico sono centinaia le criticità nella nostra provincia a cui il ministro deve almeno dare una risposta". Nella missiva l’assessore ricordava che la provincia di Parma è la seconda per movimenti franosi arrivi. Dalla Val Parma alla Val d’Enza, dalla Val Taro alla Val Baganza: l'intera zona è una polveriera. Il Comune di Tizzano Val Parma, per esempio, vive ancora oggi in una situazione di emergenza.

"Dal governo non solo non è arrivato un centesimo - ha spiegato Fellini - ma hanno continuato a tagliarci risorse in nome di una fanta-abolizione che di fatto ha abolito solo il diritto al voto dei cittadini".

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