Cronache

Garlasco, i legali dei Poggi: "Stasi è l'unico responsabile dell'omicidio"

I legali della famiglia Poggi definiscono "infondata" l'ipotesi che ad uccidere Chiara a Garlasco sia stata una terza persona, l'indagato Andrea Sempio

Garlasco, i legali dei Poggi: "Stasi è l'unico responsabile dell'omicidio"

I legali della famiglia Poggi, in una nota, definiscono "infondata" l'ipotesi che a uccidere Chiara a Garlasco non sia stato l'allora fidanzato Alberto Stasi.

"In data odierna - scrivono i legali - gli Avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna hanno depositato alla Procura di Pavia gli atti relativi al processo a carico di Alberto Stasi, sottolineando la totale infondatezza di qualsivoglia ipotesi volta a prospettare delle responsabilità di terzi nell'omicidio di Chiara Poggi, il cui unico autore è già stato condannato da una sentenza irrevocabile emessa in nome del popolo italiano".

I difensori della famiglia Poggi si dichiarano "dispiaciuti" per il "coinvolgimento di una persona (Andrea Sempio, ndr) risultata del tutto estranea all'accaduto" e "sconcertati" dinanzi alle notizie di stampa "secondo le quali si dovrebbe dar credito a valutazioni scientifiche effettuate da un consulente di parte all'insaputa dell'interessato e senza alcuna garanzia per il medesimo, mentre non avrebbero invece valore le accurate analisi genetiche effettuate nel processo a carico di Stasi dal Professor De Stefano con la partecipazione dei consulenti di tutte le parti ed il rispetto di tutti i protocolli e le garanzie di Legge".

In sostanza, spiegano i legali della famiglia Poggi che "la condanna irrevocabile di Stasi non è certo dipesa da valutazioni inerenti il citato dna, bensì da sette diversi elementi di prova che risultano integrarsi perfettamente come tessere di un mosaico che hanno contribuito a creare un quadro d'insieme convergente verso la colpevolezza di Alberto Stasi, oltre ogni ragionevole dubbio".

I difensori precisano poi che "l'attuale Procuratore Generale di Milano non risulta aver giudicato fondata la richiesta di revisione avanzata dalla madre del condannato, richiesta in relazione alla quale dovrà semmai pronunciarsi la competente Autorità Giudiziaria di Brescia".

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