Cronache

Gb, uccide la moglie recitando il Corano: condannato a 23 anni

L’orrore a Sheffield, dove l’uomo torturò per due ore la compagna con una spranga e un trapano

Gb, uccide la moglie recitando il Corano: condannato a 23 anni

Ventitré anni di carcere all’uomo che ha torturato e ucciso la moglie coprendone le urla di dolore recitando, ad alta voce, i versi del Corano.

Era il 4 marzo 2014 quando, a Sheffield, il 37enne kuwaitiano Thahi Manaa seviziò la compagna per due ore, colpendola a morte con una barra di acciaio, un cacciavite e un trapano elettrico. La vittima è Sara Al’shourefi, 28 anni, madre dei suoi quattro fili, due dei quali (di 2 e 4 anni) erano in casa al momento dell’orrore. Il cadavere della donna fu poi nascosto in un armadio di casa, con le gambe legate, una sezione di cuoio capelluto strappata e con un cacciavite ancora conficcato nel bulbo oculare.

Le grida disperate di Sara, che il mostro cercava di dissimulare leggendo ad alta voce i versi del testo sacro dell’Islam, sono arrivate alle orecchia dei vicini, che hanno dato l’allarme.

Una barbarie inimmaginabile – 270 colpi, per lo più a testa e collo – punita dal giudice con 23 anni di reclusione. La pena sarebbe avrebbe dovuto essere più alta, ma all’uomo è stata diagnosticata un disturbo psichico, ritenuto fattore determinante dell’crudele omicidio. “È stato un attacco feroce e agghiacciante. La vittima è stata colpita mentre era per terra e si trascinava sul pavimento. Era viva per la maggior parte delle tortura” racconta il giudice Cox.

Thahai Manaa, nato in Kuwait, fuggì in Inghilterra nel 2010 dove riuscì a farsi riconoscere l’asilo politico, con un permesso di soggiorno valido fino al 2016. Nel corso del processo è emerso che Sara era completamente soggiogata dal marito, che la picchiava di frequente, obbligandola a non avere una vita sociale. Abusi e violenze che la donna non denunciò mai alla polizia.

Un silenzio che le è costato drammaticamente la vita.

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