Cronache

Genova, rissa fuori dalla discoteca: un morto

Due bande, armate di mazze, spranghe e coltelli, si sono fronteggiate. La vittima ha origini ecuadoriane. Confessa l'omicida

Genova, rissa fuori dalla discoteca: un morto

Un morto e un ferito dopo una rissa scoppiata davanti a una discoteca di Genova. La lite tra ecuadoriani è avvenuta questa mattina intorno alle 7.30 a Genova-Cornigliano, in via Renata Bianchi. Il locale era stato riaperto da pochi giorni dopo una chiusura ordinata dal questore per motivi di ordine pubblico. La polizia è stata avvertita da alcuni abitanti della zona che era in corso una rissa tra una trentina di giovani all’uscita del locale. Sono intervenute immediatamente le volanti, trovando sul posto soltanto 6-7 dei partecipanti alla rissa, tutti ecuadoriani, gli altri erano fuggiti. A terra c’erano due feriti. Il più grave, un ventenne, è stato trasportato all’ospedale San Martino, dove è morto intorno alle 8.30, per una coltellata al petto, l’altro, un ventiquattrenne, con ferite di arma da taglio, è ricoverato all'ospedale Villa Scassi. I poliziotti hanno potuto rivolgergli solo qualche domanda, date le sue condizioni.

La vittima è un ragazzo di 20 anni di origini ecuadoriane, Pablo Francisco Macias Trivino, residente a Rivarolo. Secondo quanto appreso, la rissa è iniziata dentro la discoteca e i due gruppi, di trenta persone ciascuno, sono stati fatti uscire nella piazza antistante dove si sono affrontate le due pandillas. Secondo quanto appreso, tutti i contendenti erano armati con mazze, spranghe e coltelli. Non è escluso che possa trattarsi di un regolamento di conti tra bande.

In serata è stato fermato e a confessato l'omicidio Stefano G. Rolan, detto Peta, anche lui ventenne ecuadoriano. Dovrà rispondere di omicidio e tentato omicidio. Il coltello usato per colpire mortalmente il giovane ecuadoriano, non è stato ancora rinvenuto. Peta ha detto di averlo buttato nel fiume.

Il giovane è stato rintracciato dagli investigatori della squadra mobile genovese, intorno alle 12: era, insieme ad altri due coetanei, nella zona di Cornigliano

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