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Gentilrenzi

Gentiloni accetta l'incarico, Renzi piazza i suoi "commissari" e sarà premier ombra. Ma nella maggioranza parte l'estremo assalto ai ministeri

Gentilrenzi

Paolo Gentiloni è il nuovo premier. Lo ha scelto Matteo Renzi, governerà con la maggior parte degli uomini di Renzi, sarà sostenuto dalla maggioranza costruita con i senatori comprati al centrodestra da Matteo Renzi. E con ogni probabilità, lo sapremo oggi, avrà in seno due commissari di Renzi, Maria Elena Boschi e Luca Lotti. È vero che i delfini, una volta in acqua, a volte prendono il largo da soli, ma al momento è difficile immaginare che la vita e le opere del governo Gentiloni, il quarto consecutivo non eletto, non siano saldamente nelle mani di Renzi, che si guarda bene dal lasciare anche la segreteria del Pd. Il «Gentilrenzi» sarà un esecutivo formale: scadenze e impegni, soprattutto quelli internazionali, sono già tutti in agenda. Andranno solo gestiti con onore e decoro e non dubitiamo che il neo premier ne sarà all'altezza.

Il fatto nuovo è che dopo tanti anni le partite principali non transiteranno neppure da palazzo Chigi. La prima riguarda la resa dei conti nel Pd, che si giocherà nelle piazze dove Renzi cercherà da domani di rivincere le primarie, rifarsi la verginità e presentarsi al congresso per essere confermato segretario e indicato come candidato premier. La seconda partita, i cui tempi andranno sincronizzati con la prima, sarà quella della nuova legge elettorale. Berlusconi ha già dato la disponibilità a sedersi al tavolo delle nuove regole dove dovrà farsi carico anche delle necessità di Lega e Fratelli d'Italia, due partiti ufficialmente fermi sul «voto subito purché sia voto» più per parare mediaticamente la protesta grillina che per convinzione o utilità.

Se non ci saranno clamorosi intoppi, sia pur tra urla e strepiti, le due pratiche dovrebbero andare in porto a primavera. E, a quel punto, la terza e ultima partita: sul campo (speriamo neutro) del Quirinale. Mattarella scioglierà le Camere o difenderà il governo fino alla scadenza naturale del 2018? Nessuno ha la sfera di cristallo, ma soprattutto nessuno può avere certezza dello scenario a sei mesi. Renzi vincerà le primarie? Quale sarà la legge elettorale? Berlusconi sarà pronto a portare il centrodestra a votare? Gentiloni sarà sopravvissuto alle tempeste bancarie e alla mannaia europea sui conti? Chi lo sa. Andiamo con ordine. Abbiamo vinto il referendum, abbiamo mandato a casa il premier Renzi, abbiamo evitato inciuci e governi tecnici, abbiamo messo la sinistra con le spalle al muro. Un percorso netto, senza errori.

Il resto verrà, a prescindere dal Gentilrenzi.

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