Cronache

Il giallo del falso allarme bomba, i pachistani e la banda della Magliana

Dietro la telefonata che ha fatto scortare un volo di linea tra Lamezia e Orio spunta un retroscena inquietante

Il giallo del falso allarme bomba, i pachistani e la banda della Magliana

Un allarme bomba. Anzi, un falso allarme bomba che lo scorso 4 settembre ha fatto scortare da due caccia un aereo di linea in volo tra Lamezia Terme e Orio al Serio. Ma ora viene fuori un retroscena inquietante, che parla di pakistani, uomini della 'ndrangheta e boss dell'ex banda della Magliana.

Lo racconta il Corriere della Sera, ricordando che per la telefonata sono stati denunciati Andrea Traini (31 anni e nessun precedente penale) e Melinda Mangut (una rumena di 28 anni). Quest'ultima è la convivente di Marcello Giacobbe, arrestato con il fratello Biagio lo scorso marzo a Gioia Tauro per l’omicidio di Arcangelo Pelaia, avvenuto all'interno di una faida familiare. 

Quello che hanno scoperto poi gli inquirenti però è che la scheda usata per fare la telefonata era stata attivata il 13 agosto e ha funzionato solo fino al 4 settembre, quando cioè era arrivata alla polizia di Lamezia la segnalazione della bomba. La sim era stata comprata insieme a un telefono in un negozio di Brescia gestito da un pakistano da un altro pakistano che ha consegnato al venditore un passaporto falso. Scheda e cellulare sono finiti poi nelle mani di Andrea Traini e Melinda Mangut, che hanno detto di averli acquistati al mercato nero. Prima della "bravata" - che tanto "bravata" non sembra" che ha messo in allerta l'aeroporto, i due avrebbero fatto altre sei telefonate: due a una donna che vive con il figlio in una località del Lazio, altre tre telefonate alla moglie di un ergastolano e una chiamata a un ex esponente della banda della Magliana, che vive nella Capitale e si trova agli arresti domiciliari.

È stato proprio quest'ultimo che ha permesso di arrivare a Traini e Mangut, anche se non ha rivelato cosa c'è davvero dietro la vicenda dai risvolti sempre più sfumati.

Una delle ipotesi è che la telefonata servisse a testare il grado di allarme aereo in caso di attentati, ma di certo c'è davvero ben poco. 

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