Cronache

Gioco d'azzardo, gli esperti: "Proibizionismo? No, grazie"

Contro il gioco, ma con prudenza

Gioco d'azzardo, gli esperti: "Proibizionismo? No, grazie"

Gli esperti in materia di gioco d’azzardo e ludopatia danno quasi tutti letture e pareri diversi sulla questione, concentrandosi taluni più sul giocatore, altri più sulla socialità del fenomeno o sulle implicazioni economiche, ma su una cosa sembrano convergere tutti: ne divieti ne liberalizzazioni per il settore, ma educazione alla responsabilità. Un no deciso al proibizionismo e alle “crociate” contro il gioco lecito intraprese dalla politica e spesso dalle istituzioni locali, perché il rischio come sta accadendo nella realtà più restrittiva d’Italia (e forse d’Europa), l’Alto Adige, concentratasi in particolare contro le slot machine, è quello di ottenere risultati opposti a quelli sperati, alimentando indirettamente il mercato clandestino dei giochi e la criminalità organizzata. La Provincia autonoma di Bolzano è stata l’istituzione italiana che negli ultimi anni si è accanita di più contro le slot machine per combattere le dipendenze da gioco, legiferando ha disposto la rimozione dai locali pubblici degli apparecchi da intrattenimento già nel 2013 e secondo quanto dichiarato recentemente dall’Assessorato provinciale, entro il 2015 ha intenzione di chiudere tutte le sale slot che possiedono una licenza provinciale. Praticamente a partire dal gennaio 2016 vigerà in Alto Adige una sorta di proibizionismo sul gioco, a detta dell’Assessore provinciale alla salute Martha Stocker l’intenzione è quella di “liberarsene”, ma se lo scenario resterà invariato, saranno pochissimi i luoghi dedicati al gioco lecito, mentre, cosa che già sta accadendo si moltiplicherà a dismisura la presenza nei locali pubblici di apparecchi come i “totem”.

L’Assessore in una recente intervista ha definito “poco preoccupanti ed attrattivi” i totem, questi sono apparentemente degli internet point, a cui possono accedere tutti minori compresi, perché adibiti alle più svariate attività legate alla navigazione web, ma nei fatti sono dei punti per il gioco online a tutti gli effetti, intoccabili perché basati su siti e società stranieri. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli dello Stato (aams) esprimendosi su questo nuovo fenomeno non pare essere concorde con Bolzano, ma evidenzia che i totem stanno prendendo piede come “ulteriore forma d’illegalità”, da sommare a quelle preesistenti, e li dichiara “inammissibili sul territorio nazionale” sostenendo che “appaiono chiaramente in contrasto con le norme in materia di gioco”. Nonostante questa chiara presa di posizione da parte dello Stato, i totem, non sono ancora contemplati dall’ordinamento giuridico. La Provincia autonoma di Trento attraverso uno Rapporto chiamato “Pre.Gio.”, realizzato da Transcrime, Università degli Studi di Trento e Università Cattolica, sostiene la linea di Aams annoverando i “totem” tra le attività illecite nell’ambito del gioco, lo studio dice infatti che “quando l’offerta di gioco proviene da siti non autorizzati, si opera in assenza di vincoli e cautele, quindi senza che il denaro sia in alcun modo tracciato, prescindendo dalla corretta identificazione del giocatore” e aggiunge come “le tecniche finalizzate alla truffa o al riciclaggio siano soventi e non individuabili”. Infine sempre “Pre.Gio.” trae delle --- conclusioni nette sulle prospettive future del settore dell’azzardo: “L’opzione proibizionista – ossia continue proibizioni o divieti – porterebbe ad una crescita esponenziale del mercato clandestino dei giochi e darebbe ampio spazio alla criminalità organizzata e al banditismo”. E’ pertanto chiaro che il feudo altoatesino non si libererà del gioco per aver di fatto bandito le “macchinette” che rappresentano soltanto lo strumento di gioco preferito dal 3-5% dei giocatori, ma bensì rischierà di alimentare involontariamente una crescita del settore nelle sue forme illegali e criminali. A Bolzano i “totem” sono ormai già presenti in oltre 40 locali, ma la paura più grande è che con la chiusura anche delle sale slot l’anno prossimo la situazione possa ulteriormente peggiorare e che i giocatori siano ancora più facilmente attratti dal gioco illecito spesso gestito dalle organizzazioni criminali. Nonostante la battaglia della Provincia di Bolzano contro il gioco, i giocatori patologici, secondo l’Assessorato sono passati da 166 nel 2010 a 333 nel 2014. Abbiamo sentito sempre a questo proposito la Presidente dell’Osservatorio internazionale sul gioco, Prof. Ornella De Rosa, unica titolare in Italia di un corso universitario sul “gioco pubblico”, presso l’Università di Salerno. La professoressa ha osservato come, “oltre al rischio dei totem vi è quello ancora più preoccupante del gioco online domestico, che relega il giocatore a giocare nella sua dimensione casalinga dov’è ovviamente più facile che possa cadere in una dipendenza, gioco online e totem sono tutte tipologie di gioco incontrollabili dallo Stato e dagli operatori sociali da tutti i punti di vista”, mentre a proposito delle attività normative intraprese dalla Provincia di Bolzano ha detto categoricamente, “in Alto Adige stanno sbagliando, non c’è nulla di più sbagliato che vietare il gioco, specialmente per combattere la ludopatia”, secondo la professoressa “il giocatore patologico dev’essere aiutato attraverso la distrazione e quindi attraverso attività alternative che lo aiutino a riempire il suo tempo liberato”.

Sempre per quanto riguarda il gioco, ma con particolare riferimento alle dipendenze che l’azzardo può causare, abbiamo sentito Vera Slepoj, presidente della Federazione psicologi e psicoterapeuti italiani e tra le più note e autorevoli psicologhe del Paese. “Il tema del gioco è molto complesso e le dipendenze ad esso legate lo sono ancora di più, non si può semplificare quando si tratta di patologie legate alla personalità. Il gioco è un meccanismo legato a un disturbo della personalità”, ci ha detto la Slepoj. Ha evidenziato inoltre come “le regole non sono quelle dei divieti, ma gli strumenti che ti da la famiglia per accettare i ‘no’ e quindi anche la frustrazione dell’insuccesso, perché la vincita è proprio l’elemento stimolante del gioco, vietare il gioco d’azzardo è pertanto sbagliato quanto liberalizzarlo”. Ha infine osservato quanto “per alcune persone l’elemento dell’illegalità legato al gioco, come a qualsiasi altra attività illecita, possa essere un ulteriore elemento di fascino. Il modo più efficace per ottenere dei risultati tangibili nella lotta alla ludopatia è quello della formazione e della sensibilizzazione, molto importante, a partire dalla scuola media”. Anche Vera Slepoj ha infine ribadito come il ruolo degli psicologi sia quello di “convertire la dipendenza in un’alternativa”.

Insomma, il coro degli esperti è unanime: contro il gioco, ma con prudenza, perché per peggiorare la situazione pensando di migliorarla basta pochissimo e questa volta l’Alto Adige se non correggerà il tiro non potrà proprio vantare di essere un modello.

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