Cronache

Il giorno della vittoria nascosto. Così l'esercito prepara la parata

Il dietro le quinte della parata: i militari sfilano. Senza dimenticare chi è fuggito dalle alluvioni

Il giorno della vittoria nascosto. Così l'esercito prepara la parata

Il sole e la pioggia rincorrono il cielo di Trieste. La città si sta preparando a celebrare il 4 novembre, la Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate. Proprio il 4 novembre di cent'anni fa, infatti, veniva proclamata la vittoria italiana e la fine della Prima guerra mondiale. Il comandante supremo del regio esercito, Armando Diaz, annunciava: "I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza". La Grande guerra, "l'inutile strage", come l'aveva definita Benedetto XV, era finita (Guarda la gallery).

L'Italia ne usciva profondamente ferita (un milione di morti e la meglio gioventù caduta sui monti del nord) ma anche più unita. Molti storici vedono infatti nella Prima guerra mondiale, con il ritorno a Roma delle terre irredente, il compimento del Risorgimento. Ma non solo. Fu anche il battesimo del fuoco del neonato esercito italiano. Per questo motivo, le celebrazioni che avranno luogo a Trieste nell'anniversario della vittoria, avranno un valore nuovo. Più forte. L'Italia è più unita. Più forte e coesa.

Noi, spettatori della parata delle Forze armate, siamo abituati a vederne la fine. Quando tutti marciano compatti, le Frecce tricolori volano ordinate nel cielo e il presidente della Repubblica proclama il suo messaggio alla nazione. Ma cosa succede prima? In questi giorni Trieste è invasa di militari. Uomini e donne che ogni giorno vengono impiegati in patria e all'estero. E che ora marciano per le vie della città affinché tutto, domenica, sia perfetto. Cent'anni fa, i bersaglieri sbarcarono a Trieste. L'armistizio prevedeva infatti che gli Stati si sarebbero presi tutti i territori in cui i suoi soldati sarebbero arrivati. E a Trieste arrivarono i bersaglieri.

Il 4 novembre il presidente della Repubblica visiterà tutti i luoghi più cari alla storia militare d'Italia. Renderà gli onori al sacello del milite ignoto, per poi raggiungere il sacrario di Redipuglia, dove migliaia di soldati italiani riposano sotto la pietra del Carso. Infine sarà a Trieste, in piazza dell'unità d'Italia, dove sfileranno le Forze armate con unità a cavallo e uniformi storiche. Durante la cerimonia, un paracadusta si lancerà con un tricolore di 400 metri quadri, proprio come era successo il 2 giugno scorso.

I militari che in questi giorni sono impegnati nella preparazione della parata ricordano a IlGiornale.it: "Ci stiamo esercitando sotto la pioggia, senza dimenticare chi, in questi giorni, ha dovuto abbandonare la propria casa a pochi chilometri da qui ed è fuggito dall'esondazione del Piave. Noi ci siamo sempre". Nei giorni scorsi, infatti, i lagunari sono stati in prima linea nell'esfiltrare le famiglie rimaste isolate a causa delle forti piogge che hanno colpito Veneto e Friuli Venezia Giulia.

Tutto, oggi come allora, si gioca sulla linea del Piave.

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