Cronache

Nuovo fronte per l'Occidente: ecco i pericoli del Mar cinese

Il capo di Stato maggiore della Marina Militare Italiana, ieri a Taranto per l'ammaina bandiera della fregata Aliseo indica i nuovi pericoli per l'Occidente, oltre il Mediterraneo

Nuovo fronte per l'Occidente: ecco i pericoli del Mar cinese

Oltre il Mediterraneo. È dal mare cinese, da Pacifico che soffia il vento dell'instabilità internazionale. Ed è lì che occorre intervenire.

A dirlo è il capo di stato maggiore della Marina Militare, Valter Girardelli a Taranto per il commiato alla fregata Aliseo con l'ultimo ammaina bandiera. "Quello che succede nel Mediterraneo è anche l'effetto di instabilità che ci sono in altri paesi. È là, quindi, oltre il Mediterraneo, che bisogna essere presenti. L'instabilità - ha spiegato Girardelli - viene dalla parte meridionale del mare cinese e questo si riflette anche da un punto di vista finanziario ed economico e della sicurezza internazionale." Queste parole spaventano. Il pericolo non giunge, pertanto, solo da Africa e Medio Oriente? No, è oltre il Mediterraneo che bisogna stare in guardia e contrastare le minacce. È in quel mare che anticamente risplendeva, era per dirla con lo scrittore inglese Forster "misura di tutti gli uomini" e che oggi appare un mare oscuro, di odio e morte. Non solo. Per il capo di stato maggiore della Marina, la pirateria nell'oceano indiano resta un'altra fonte di instabilità internazionale. "Ora c'è una nave fremm (le navi fremm fanno parte di quel progetto di collaborazione tra le industrie della difesa italiane e francesi impegnata nell'oceano indiano, ndr). Un ammiraglio italiano è al comando di un dispositivo in cui partecipano quindici nazioni. Solo quest'anno si sono verificati tre, quattro casi di pirateria." ha dichiarato Girardelli.

Quindi l'epicentro di questo grande terremoto che stiamo vivendo sullo scenario internazionale non è solo in quel Mediterraneo che in tanti, fuggendo fame e guerra, cercano di attraversare. L'instabilità non è solo nell'Egitto militarizzato di Al-sisi, nella Libia frammentata e divisa, nella Siria martoriata dalla guerra da sei anni, non è la grande questione curda, non è l'Is e la guerra in Iraq, non è nelle guerre nell'Africa Sub-Sahariana. La minaccia viene con altrettanta consistenza da più lontano. Creando un effetto domino sullo scenario internazionale e le pedine cadono sulle spalle di un occidente da difendere.
"C'è stata un'evoluzione del quadro di operazioni in cui la Marina è impegnata per il recupero dei migranti nel Mar Mediterraneo. - ha aggiunto Girardelli - Nel 2013 c'è stata l'operazione Mare Nostrum per il salvataggio di chi era in balìa del mare. Mare Nostrum è stata sostituita con Frontex, un 'operazione di verifica e salvaguardia di quelle che sono le frontiere europee. A queste si è aggiunto Mare Sicuro, un'operazione di sicurezza marittima. È chiaro che se in questo momento una nostra nave incontra qualcuno che è in pericolo di vita in mare, lo salva. - ha specificato il capo di stato maggiore - Ma lo scopo principale della Marina è un altro, è quella missione di sicurezza marittima messa in atto per garantire i traffici per mare senza pericoli, facendo in modo che i rischi e le incertezze siano governati. E ce ne sono tanti." La priorità nel nuovo quadro che si è venuto a creare nel Mediterraneo non vede così la solidarietà al centro delle operazioni della Marina Militare Italiana, ma i pescherecci che possono pescare tranquilli senza rischi, le navi mercantili che possono esportare e importare merci in mari senza pericoli. E il capo di stato maggiore fa un esempio per spiegare meglio il motivo di questa scelta strategica che obbedisce più alle regole di mercato: "Gli studiosi dicono che fra trent'anni i quattro quinti della catena alimentare avrà derivazione ittica, quindi verrà dal mare. Allora basti pensare agli interessi che possono avere attività di carattere illegale di uso non consentito. Servino quindi la presenza e la sorveglianza, la conoscenza dell'ambiente, la protezione e salvaguardia degli interessi nazionali e delle fonti di rifornimento energetiche, dei traffici, la sicurezza anche di essere difesi in caso si verificassero delle azioni conflittuali che fino a dieci/quindici anni fa avevamo escluso e che ora non possono essere escluse."

Girardelli ha, inoltre, sottolineato come il mondo stia cambiando: "Tutti i paesi del Nord Africa con l'affaccio sul Mediterraneo si stanno attrezzando di sommergibili, anche quelli del Golfo Persico. Un altro esempio, il 19 agosto c'è stata la prima traversata della rotta artica di un'unità che è partita dalla Svezia ed è arrivata in Corea senza aver bisogno di rompighiaccio e impiegando un terzo del tempo che ci avrebbe impiegato se fosse passata dal Canale di Suez; questa è un'indicazione che il mondo cambierà, gli interessi si sposteranno in zone del mondo finora poco navigate o esplorate.

"

E per questo occorre ripensare le rotte delle navi italiane e il loro impegno con più ampio respiro.

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