Cronache

Il giudice "grazia" i No borders No a foglio di via: morì agente

Il Tar della Liguria ha annullato il foglio di via obbligatorio per tre anni nei confronti di quattro attivisti del collettivo “no border” emesso a margine degli scontri in cui morì, per infarto, il vice sovrintendente di polizia, Diego Turra

Il giudice "grazia" i No borders No a foglio di via: morì agente

Per la Questura sono soggetti "pericolosi", "sediziosi" ed incitano i migranti alla ribellione. Per il giudice, invece, sono soltanto persone solidali che volevano distribuire acqua e cibo ai migranti. Ed è così che il Tar della Liguria ha annullato il foglio di via obbligatorio per tre anni, da sedici Comuni della provincia di Imperia, emesso, il 6 agosto 2016, nei confronti di quattro attivisti del collettivo “no border”, a margine degli scontri in cui morì, per infarto, il vice sovrintendente di polizia, Diego Turra. Tafferugli che ebbero origine nei pressi del centro di accoglienza migranti del Parco Roja, a Vetimiglia, in provincia di Imperia, dove gli attivisti dei centri sociali si erano recati per dare manforte ad alcuni stranieri rimasti fuori dal campo, per paura di essere schedati.

“Nella serata odierna, in Ventimiglia, unitamente ad altri soggetti anche travisati - è scritto nel provvedimento della polizia - veniva identificato da personale a disposizione del locale Commissariato di P.S. quale partecipante ad una manifestazione sediziosa organizzata da attivisti del movimento autodefinitosi 'no borders', del quale fa sicuramente parte, in quella frazione Bevera lungo la linea ferrata nella zona adiacente al parco Roja… e che, all'intimazione di scioglimento della medesima la predetta opponeva una viva resistenza”. E poi. “E’ manifesta la sua attiva partecipazione al movimento autodefinitosi ‘no borders’ - prosegue il documento, uguale per tutti i tre attivisti allontanati - organizzando e/o partecipando, anche in maniera estemporanea, manifestazioni e/o cortei non autorizzati e/o blocchi stradali coinvolgendo in tale attività i migranti ed inducendoli a parteciparvi in gruppo, suscitando in loro timori di attività falsamente definite come persecutorie da parte delle Forze di Polizia". Ed infine: “Ad avviso dell'Amministrazione procedente, tali circostanze dimostrerebbero che i ricorrenti, non aventi residenza o regolari occupazioni lavorative nei Comuni della provincia di Imperia, sono dediti "alla commissione di reati e pericolosi per la sicurezza e la tranquillità pubblica”. Dunque, persone pericolose? Per il Collegio del Tar (Giuseppe Daniele, presidente; Paolo Peruggia, consigliere e Richard Goso, consigliere estensore) si direbbe proprio di no. Anzi. “I provvedimenti impugnati non conterrebbero elementi rivelatori di pericolosità sociale - è scritto nelle motivazioni della sentenza - essi sarebbero orientati al dissimulato scopo di contrastare le attività solidaristiche realizzate a sostegno dei migranti. E’ del tutto immotivato l'ordine di allontanamento da numerosi Comuni dell'Imperiese che nulla hanno a che vedere con le attività del movimento no borders”. E poi: “La durata triennale della misura di prevenzione è irragionevole e sproporzionata”. Naturalmente, soddisfatto il commento dell’avvocato della difesa dei no border, Alessandra Ballerini, di Genova, che così commenta l’annullamento del foglio di via: “Un provvedimento sproporzionato nella durata e nel numero di Comuni coinvolti e immotivato. Ancora una volta il tribunale ribadisce che gli atti di solidarietà e l'appartenenza a un movimento che pone in essere atti di solidarietà nei confronti dei migranti non può costituire vizio di pericolosità. La solidarietà resta un dovere inderogabile sancito dalla Costituzione".

Dulcis in fundo: l'amministrazione procedente, quindi la polizia, è stata condannata al pagamento delle spese legali.

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