Cronache

A giudizio Ingroia e Crocetta

Il governatore della Sicilia, l'ex pm e sei ex assessori nei guai per le assunzioni della "Sicilia e-servizi"

A giudizio Ingroia e Crocetta

Dopo le indagini, il rinvio a giudizio: il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, l'ex pm Antonino Ingroia e sei ex assessori regionali dovranno, secondo quanto riportato da Repubblica Palermo, rispondere in aula di un presunto danno erariale di un milione di euro alle casse pubbliche, contestato dalla Corte dei Conti.

Come aveva scritto anche il Giornale, la vicenda riguarda le assunzioni senza concorso fatte dalla società pubblica "Sicilia e-Servizi", guidata proprio dall'ex magistrato. La società informatica era finita al centro di scandali per spreco di denaro e rischiava di chiudere per l'uscita di scena del socio privato. Così, forte di una apposita delibera di giunta e del parere dell’Avvocatura dello Stato, Ingroia autorizzò le assunzioni dei dipendenti prima sotto contratto della società privata. Oggi la Corte dei Conti ha notificato gli atti a Crocetta, chiamato a rispondere per 265 mila euro, e agli altri co-indagati, tra cui anche l’avvocato dello Stato Massimo Dell’Aira (100 mila euro) che aveva firmato il parere favorevole alle assunzioni. Ad Ingroia vengono invece contestati 100 mila euro. L’udienza è fissata il 15 maggio.

Una notizia che ha stupito lo stesso Ingroia: "Non posso credere alla notizia appresa dalla stampa che un sostituto procuratore della Corte dei conti voglia effettivamente rinviarmi a giudizio per danno erariale perché, se fosse confermata la notizia, per come la leggo, sarebbe una vera e propria istigazione a commettere un reato", ha detto l’amministratore unico di "Sicilia e-Servizi", "Sono stupefatto per due ragioni. La prima, di forma, per aver appreso dalla stampa notizie personali che non mi sono state ancora comunicate nelle forme di legge. La seconda, di sostanza, perché l’iniziativa di questo pm contabile, se confermata, arriverebbe all’indomani di ben due sentenze del tribunale del lavoro di Palermo che affermano esattamente il contrario, confermando la piena legittimità, anzi la doverosità del mio operato. Il danno erariale che mi viene contestato riguarda l’assunzione di dipendenti dell’ex socio privato di Sise. Il tribunale del lavoro, in due sentenze, mi dice esattamente il contrario, e cioè che io sono stato semmai troppo prudente perchè quei lavoratori non solo andavano assunti a tempo determinato e dopo un periodo di prova, come io ho fatto, ma a tempo indeterminato e senza periodo di prova". "Ho davanti a me due strade", aggiunge, "Licenziare tutti per non aggravare il presunto danno erariale: chiudere dalla sera alla mattina servizi essenziali per i cittadini come il 118 e il Cup. Oppure adeguarmi alla sentenza del tribunale del lavoro, assumendo i lavoratori a tempo indeterminato.

Ed è quello che farò".

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