Cronache

Il governo: controlli medici affidati all'Inps

Tra le misure al vaglio dell'esecutivo c'è l'ipotesi di affidare la gestione delle visite di controllo all'Inps. Che assicura: "Siamo pronti e spenderemo la metà dell'Asl"

Il governo: controlli medici affidati all'Inps

I vigili urbani di Roma mettono in scena un vero e proprio ammutinamento, con otto agenti su dieci a casa in malattia nella notte di Capodanno e il governo annuncia provvedimenti. Il primo obiettivo è chiaro: verificare l'efficienza dei controlli medici.

Per questo motivo si parla in queste ore di un vecchio progetto del governo, risalente almeno allo scorso aprile: quello di affidare le certificazioni di malattia all'Inps, come per i dipendenti del settore privato, e non più all'Asl, che gestisce ora invece i controlli dei dipendenti pubblici. Prima di tutto per una ragione economica: mentre i controlli dell'Inps nel settore privato costano 25 milioni di euro, quelli dell'Asl nel pubblico ne costano 70, per un numero di utenti inferiore di più della metà.

Va inoltre considerato il dato riproposto in queste ore al ministro Marianna Madia, secondo cui tra il 2011 e il 2013 il numero dei certificati di malattia nel settore pubblico è aumentato del 27% (rimanendo invece essenzialmente invariato in quello privato). "Per consuetudine", le visite mediche di accertamento per i lavoratori del pubblico vengono effettuate dal Servizio Sanitario Nazionale, senza alcun onere a carico dei datori di lavoro se non in casi eccezionali. Con conseguenze del tutto evidenti sui costi.

È così che ad aprile il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione Angelo Rughetti aveva anticipato l'intenzione del governo di attribuire "la titolarità della funzione in modo esclusivo" del controllo dei certificati medici all'Istituto di previdenza invece che all'Asl.

Fonti dell'Inps, però, aprono una porta alla proposta dell'esecutivo. Con un dettaglio importante: "L'Istituto - fa sapere la fonte - è pronto ad assumere i controlli sulle malattie nel pubblico impiego attualmente affidati alle Asl con una spesa pari alla metà di quella impiegata dalle strutture sanitarie".

In marzo si sono mosse anche Regioni e Province autonome, che in un documento ufficiale hanno specificato che gli accertamenti per i certificati di malattia non fanno parte dei livelli essenziali di assistenza e che di conseguenza non spetta a loro sostenerne la spesa.

Il nodo, come spesso accade, è quello delle risorse. L'Inps oggi si serve di personale pagato essenzialmente a prestazione, vincolato a contratti libero-professionali e spesso in regime di incompatibilità con altri incarichi. (Anche se tutta la categoria è da tempo fortemente sotto pressione dopo i tagli della spending review.)

La proposta della commissione Affari sociali è quella di stanziare "un budget annuo complessivo tale da coprire una quota predefinita di visite di controllo per la Pubblica amministrazione, lasciando ad ogni amministrazione la possibilità di integrare tale quota ove risultassero necessari maggiori controlli".

Un attivismo che, però, trova anche critici autorevoli. A partire dall'ex ministro Renato Brunetta, che della lotta contro l'assenteismo dei "fannulloni" aveva fatto una bandiera: "Nascondersi dietro il disegno di legge Madia è ridicolo - attacca l'esponente di FI - Le regole per combattere fannulloni e assenteisti ci sono già e portano il mio nome". 

Il problema è che, come spesso accade in Italia, non sono state applicate.

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