Cronache

Il M5S insiste: "Governo senza Di Maio? Elettori non accetterebbero"

Danilo Toninelli, capogruppo M5S al Senato, non fa passi indietro su Di Maio premier. E torna ad attaccare Berlusconi

Il M5S insiste: "Governo senza Di Maio? Elettori non accetterebbero"

Il Movimento Cinque Stelle continua ad insistere su Di Maio premier. I grillini, non contenti di aver fallito la trattativa con la Lega e il centrodestra, non intedono rinunciare al loro frontman anche nella trattativa con il Pd di Renzi e Martina. "Non sarebbe accettato dai nostri elettori un governo del M5S che non abbia Di Maio premier", ha detto oggi il capogruppo al Senato del M5S, Danilo Toninelli, intervistato a "Circo Massimo" su Radio Capital.

La presa di posizione rischia, ovviamente, di far fallire ogni possibile percorso condiviso tra pentastellati e dem verso Palazzo Chigi. In fondo cosa possa unire il programma dei grillini e quello del Pd renziano è un mistero della politica nostrana. Non è un caso se Berlusconi si dice certo di un esito negativo della trattativa. Eppure Toninelli insiste: "È un vero e serio tentativo di dare un governo a questo paese con un contratto di programma - ha detto a Radio Capital - Aspettiamo giovedi che il Pd fara la sua direzione. Se ci sarà un voto favorevole ci siederemo al tavolo per parlare dei temi. Questo è il contratto alla tedesca dove il governo è vincolato alle cose che ci sono scritte e chi tradisce il partner si prende la responsabilità di farlo cadere". Il solito ritornello del "metodo" che può far superare "le differenze". "Anche perché - ha concluso il capogruppo grillino al Senato - l'alternativa è il voto, che può avvantaggiare il M5S ma non avvantaggia certo gli italiani".

Intanto Danilo Toninelli è anche tornato ad attaccare Forza Italia. Non contento di aver definito Berlusconi e Forza Italia "geneticamente diverse" dal M5S, dopo aver rivendicato l'onore di averlo "cacciato" dal Senato, ora definisce Silvio Berlusconi "irrequieto", "nervoso" e "infantile". Insulti che vanno ad aggiungersi a quelli di Di Battista ("male assoluto"), Grillo ("badante") e Marco Travaglio ("delinquente").

Non essere riusciti ancora a cavare un ragno dal buco dalla partita per la formazione del governo sta evidentemente mettendo in difficoltà i grillini. Il M5S ha altalenato per oltre un mese tra il Pd di Matteo Renzi e la Lega di Salvini, trincerandosi peraltro dietro inutili veti contro Forza Italia. Ora, chiuso il forno di Salvini, tornano ad attaccare gli azzurri nella speranza di convinvere i dem ad andare a braccetto a Palazzo Chigi. Ieri Luigi Di Maio ha allungato le mani sulle televisioni di Berlusconi, minacciando di "metter mano" a quello che il grillino definisce un anormale "conflitto d'interessi": "Un politico non può essere proprietario di mezzi di informazione", è stata la sentenza di Giggino.

E così stamattina il Toninelli è tornato alla carica per rispondere alla dichiarazioni del leader di Forza Italia sull'"esproprio proletario" tentato dai grillini contro Mediaset. "Berlusconi non l'ho mai visto così irrequieto e nervoso e non ho mai visto un livello cosi infantile di offesa della più grande forza politica in Italia. Il conflitto d'interessi è sempre stato presente nel programma 5 Stelle", ha detto.

Il cambio di passo allontana il M5S dalla Lega (con Salvini che oggi ribadisce la lealtà agli alleati). I grillini dichiarano "chiuso" ogni discorso con Matteo Salvini che, dice Toninelli, "ha preferito salvare Berlusconi piuttosto che salvare gli italiani dalla povertà". Si tratta di un segnale inviato al Pd, che altrimenti non si sarebbe neppure seduto al tavolo. Per questo, per ora, Salvini continua a cercare il confronto, convinto che il tentato matrimonio tra i dem e M5S finirà in divorzio ancor prima di arrivare all'altare.

"Hanno avuto la loro occasione - dice Toninelli - ed io, da cittadino del nord che ha conosciuto elettori della Lega, dico a Salvini che i suoi elettori li ha traditi".

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