Cronache

Gradisca, esclusa l'ipotesi pestaggio per la morte del migrante georgiano

I primi risultati dell'esame autoptico sembrerebbero escludere segni di violenza tali da provocare la morte del 38enne. Secondo un primo responso, Enukidze è morto a causa di un edema polmonare

Gradisca, esclusa l'ipotesi pestaggio per la morte del migrante georgiano

Vakhtang Enukidze, un migrante georgiano detenuto nel Centro di permanenza per i rimpatri di Gradisca d'Isonzo, in provincia di Gorizia, morto in circostanze ancora da chiarire il 18 gennaio scorso, non sarebbe deceduto in conseguenza di traumi da pestaggio. Secondo quanto riportato da Repubblica, infatti, l'autopsia condotta questa mattina dal medico legale, nominato dalla procura di Gorizia, sembrerebbe escludere l'ipotesi che il 38enne georgiano sia morto per gli effetti dell'intervento degli agenti di polizia all'interno del Cpr.

I risultati dell'esame autoptico

L'esame autoptico sul cadavere di Enukidze è stato condotto in queste ore dal professor Carlo Moreschi, alla presenza del medico legale Lorezo Cociani, perito di parte scelto dal Garante dei detenuti. Entrami i dottori, stando a quanto riferito da Riccardo Cattarini, avvocato del Garante, concordano nell'escludere il pestaggio tra le cause del decesso, proprio perché sul cadavere del 38enne non sarebbero stati trovati segni di violenze tali da far pensare a una morte per percosse.

L'edema polmonare

In base a quanto si apprende dai risultati dell'esame autoptico, infatti, il migrante georgiano sarebbe morto per edema polmonare e, come riportato dai risultati; "soltanto le indagini tossicologiche potranno stabilire da che cosa sia stato provocato". Enukidze è morto il 18 gennaio, in ospedale, dopo essere stato trovato privo di conoscenza su un materasso appoggiato a terra, all'interno della cella che lo ospitava.

La ricostruzione

Secondo quanto ricostruito, nei giorni precedenti al decesso, al 38enne sarebero stati somministrati farmaci (antidolorifici e ansiolitici) sia dal personale del Cpr, sia da quello del carcere dove era entrato dopo una rissa. Il 14 gennaio, infatti, aveva avuto una discussione violenta con un migrante egiziano, in attesa come lui dell'espulsione. In base a quanto ricostruito, per sedare la lite erano intervenuti anche alcuni poliziotti.

Le testimonianze

In base a quanto riportato dal quotidiano, otto diverse testimonianze raccolte da Riccardo Magi, deputato di +Europa, e al vaglio degli inquirenti, avrebbero parlato di colpi inferti alla nuca e alla schiena del georgiano per immobilizzarlo. La procura di Gorizia ha aperto un fascicolo, a carico di ignoti che, in via cautelativa, avrebbe ipotizzato l'omidicio volontario.

Secondo quanto spiegato da Magi nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio, il 38enne sarebbe stato "picchiato ripetutamente da circa dieci agenti, anche con un colpo all'avambraccio, dietro la nuca e una ginocchiata nella schiena, trascinato per i piedi come un cane".

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