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Il grillismo ci dimostra quanto è insicuro il web

Stati, privati e partiti: siamo in balia di una tecnologia fragile

Il grillismo ci dimostra quanto è insicuro il web

Web volat e carta manet. C'è poco da fare. Devono rassegnarsi i tecnoentusiasti. Internet è una benedizione, ma non è il posto più sicuro del mondo. Anzi, nonostante antivirus potentissimi, password alfanumeriche composte da geroglifici incomprensibili e pin lunghi come codici fiscali la rete è un far west nel quale tutto può accadere. Basta prendere gli ultimi esempi di cronaca: se gli hacker riescono a «bucare» i sistemi di sicurezza di banche e ministeri, pensate che non possano sbirciare all'interno delle vostre mail o dei vostri profili sociali? È un'utopia. Così come lo è la democrazia diretta; un'utopia, per sovrammercato, accecata dall'ideologia. In due giorni i pirati informatici sono penetrati in Rousseau, la piattaforma che gestisce tutte le votazioni degli iscritti del Movimento 5 Stelle, rubando e diffondendo dati personali degli iscritti. Non solo: avrebbero potuto manipolare tutte le votazioni online. È la fragilità della modernità, così liquida da evaporare nel nulla.

Perché, paradossalmente, è molto più facile manomettere in un colpo di clic milioni voti, piuttosto che contraffare migliaia di schede elettorali. E qui crolla l'ossessione pentastellata che vede nel web la medicina che guarisce tutti i mali della nostra società.

La tecnologia ha aumentato la nostra possibilità di conoscenza e di comunicazione, ma ci ha resi anche terribilmente vulnerabili.

È una piccola rivincita del passato, della tradizione, sul presente: un foglio di carta custodito in un cassetto sarà sempre più al sicuro di un documento digitale archiviato in una casella di posta elettronica; un vecchio telefono gsm anni Novanta sarà sempre meno intercettabile di un evolutissimo iPhone; una foto stampata avrà sempre una speranza di vita superiore a qualsiasi immagine salvata in digitale.

Due anni fa Vinton Cerf, uno dei padri della rete e vice presidente di Google, diede un consiglio che a molti sembrò bizzarro: «Stampate tutto o perderete i ricordi». Ma come? Il numero due del colosso che gestisce le nostre vite confessa che potremmo perdere tutto in un battito di mouse? Sì. Anche la Rete può ammalarsi di Alzheimer e dimenticare le nostre immagini, le nostre parole, la nostra musica e financo il nostro denaro. I formati cambiano velocemente, computer e smartphone possono rompersi e cancellare tutto quello che contengono, inghiottendo una parte della nostra vita. Per questo «stampare» e rendere fisici i documenti è ancora l'unico antidoto alla perdita della nostra memoria digitale. Pensate ai vecchi floppy disk, quelli morbidi e giganteschi, ormai è quasi impossibile trovare un pc che possa leggerli.

I papiri egiziani del quinto secolo avanti Cristo, invece, sono ancora lì alla portata di tutti.

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