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Quella guerra strisciante sui vertici della Marina

Il vicepremier: "Certo non mi farò dettare la linea da lui e Di Maio". Ma il Quirinale lo chiama: abbassare i toni

Quella guerra strisciante sui vertici della Marina

«Mica Conte e Di Maio pensano davvero che mi farò dettare da loro la politica sull'immigrazione?». Se in pubblico Matteo Salvini ha preferito ostentare tranquillità e sangue freddo, chi ha avuto occasione di sentirlo in privato l'ha trovato non poco infastidito per la bufera che si è abbattuta sulla circolare del Viminale che chiede una nuova stretta per le navi delle Ong. Secondo il vicepremier, infatti, il retroscena che bolla come «roba da regime» il fatto che il ministero dell'Interno abbia scritto non solo ai vertici delle forze dell'ordine ma anche ai vertici militari (su cui ha competenza la Difesa) ha un mandante e due grandi sponsor. Il primo è proprio il titolare della Difesa Elisabetta Trenta, visto che - questa è la convinzione di Salvini - i rumors sull'irritazione dello Stato maggiore sarebbero usciti proprio dai suoi uffici. Non è un caso che ieri pomeriggio i due ministri, entrambi alla Camera per rispondere al question time, non si siano degnati neanche di uno sguardo. «Eravamo entrambi impegnati», ha tagliato corto la Trenta in Transatlantico a chi gli chiedeva conto del grande gelo. Ma la «manina», per usare un'espressione cara a Luigi Di Maio, sarebbe stata sollecitata addirittura da Giuseppe Conte. O più precisamente dall'ammiraglio Carlo Massagli, consigliere militare del premier, sempre presente in tutti gli appuntamenti all'estero che contano. Il tutto con il placet del vicepremier Di Maio.

D'altra parte, dietro il braccio di ferro delle ultime 48 ore si nasconde un vero e proprio scontro all'interno del governo su un tema chiave come quello dell'immigrazione. Al Viminale, infatti, c'è chi sostiene che la guerra di questi giorni abbia tra i suoi obiettivi anche alcune poltrone chiave che sono in scadenza. Una di queste è quella dell'ammiraglio Valter Girardelli, capo di Stato maggiore della Marina. Al suo posto Conte vorrebbe proprio il fidatissimo Massagli. E non per un vezzo, ma perché nella gestione dell'emergenza migratoria - in particolare sul fronte della sicurezza delle nostre acque territoriali e nella gestione della Guardia costiera - la Marina ha comunque un ruolo centrale e può quindi proporsi come contraltare del Viminale. Una partita, però, che è tutt'altro che chiusa, visto che sul punto Salvini ha fatto sapere che dopo quanto accaduto su questo tipo di nomine farà muro. «I nomi - confida ai suoi il ministro dell'Interno - vanno decisi insieme, ne parleremo in Consiglio dei ministri». Mentre sul ministro della Difesa è piuttosto tranchant. «Se dopo le Europee finiamo davvero a fare un rimpasto - è stato il suo ragionamento - a casa non ci va solo Tria ma anche la Trenta».

Un clima incandescente, dunque. Al punto che martedì il Quirinale non si è limitato a tranquillizzare informalmente i vertici delle Forze armate che dopo la circolare del Viminale avevano chiesto un suo intervento.

Il capo dello Stato, che presiede il Consiglio superiore di difesa ed è dunque il capo dello Forze armate, ha infatti fatto chiamare Salvini manifestandogli tutta la preoccupazione del Colle e invitando il ministro dell'Interno a «non alzare i toni» su un tema così delicato.

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